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la tragedia

Antonio e Chiara morti sulla 106, la preghiera di monsignor Savino: «Erano vita che sbocciava»

Il vescovo di Cassano dedica un messaggio ai due giovani morti nell’incidente: «Il vostro amore ora abita in cielo e si trasforma in eternità»

Pubblicato il: 01/12/2025 – 7:28
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Antonio e Chiara morti sulla 106, la preghiera di monsignor Savino: «Erano vita che sbocciava»

SIBARI C’è dolore e sgomento per la tragica morte di Chiara Garofalo e Antonio Graziadio, i due giovani morti ieri in un incidente lungo la Strada Statale 106 a Sibari. Una tragedia su cui cerca di far luce la Procura della Repubblica di Castrovillari che ha aperto un fascicolo per cercare di risalire ad eventuali responsabilità. Nel frattempo, la comunità piange i due ragazzi scomparsi. Anche il vescovo di Cassano monsignor Francesco Savino ha voluto rilasciare un messaggio: «Oggi il nostro silenzio pesa come una pietra. Chiara e Antonio non sono più. Non erano solo due nomi: erano vita che sbocciava, sogno in cammino, luce promessa a un domani che ora sembra essersi spento troppo presto. Eppure, nella notte della loro assenza, qualcosa di luminoso resta, in sordina, come una brace che non si lascia spegnere ed anche nel gelo del dolore, riesce a donare ristoro».

Il messaggio di monsignor Savino

«Antonio e Chiara – continua – sono il Vangelo del chicco di grano che quando cade in terra e muore, non scompare: porta frutto anche se oggi non è facile crederci. E forse non serve crederci subito: serve piangere, come fece Gesù davanti alla tomba dell’amico Lazzaro. Le lacrime del figlio di Dio, non sono debolezza: sono l’altra faccia dell’amore. “Guarda come lo amava!” (Giovanni 11:32-34). Chiara, Antonio, vi guardiamo come chi vi amava e vi ama e vi pensiamo così, come due mani che si cercano nell’eternità. Non vi diciamo “addio”, ma “a presto”, perché Dio non divide, ricompone. Il vostro amore, nato tra le strade della nostra terra, ora abita il cuore stesso del Cielo, dove ogni ferita diventa luce e ogni mancanza promessa, possibilità. A voi che restate, soprattutto a chi è ferito nel corpo e nell’anima, diciamo solo questo: non lasciate che la morte pronunzi l’ultima parola. Lasciate che l’amore lo faccia per voi. Perché l’amore, quando è vero, non conosce fine: si trasforma in eternità. Guardate come si amavano e fate di quell’amore sete di vita. E ora, con il cuore che tace e prega, affido Chiara e Antonio alle mani del Padre».

«Prego per i giovani che lottano per la vita»

«Prego perché il loro sorriso, custodito per sempre in Dio, diventi per noi una luce che non si spegne, anche quando la notte sembra più forte di ogni speranza. Prego per i giovani che lottano per la vita, perché il Signore tocchi le loro ferite con una tenerezza che guarisce nel corpo e nell’anima, e trasformi la loro fragilità in forza dolce e nuova, capace un giorno di rialzarsi e di amare ancora. Prego per le famiglie, che oggi camminano nel buio e nel silenzio: perché Gesù che ha pianto accanto alla tomba dell’amico asciughi lentamente le loro lacrime, e metta nel loro cuore una promessa più grande della morte, una promessa di incontro, di abbraccio, di casa ritrovata. Su tutti voi invoco la benedizione del Dio della vita, perché intrecci le nostre lacrime con le sue, e faccia del nostro dolore un seme di cielo nascosto nella terra della nostra storia».

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