Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 11:41
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Un déjà-vu criminale

Un altro colpo milionario dopo il caveau del 2016: l’assalto perfetto sull’A2 e l’ombra della ‘ndrangheta

Autostrada trasformata in una trappola di fuoco. Un modus operandi che richiama il maxi-blitz da 8,5 milioni di nove anni fa

Pubblicato il: 01/12/2025 – 15:47
di Giorgio Curcio
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Un altro colpo milionario dopo il caveau del 2016: l’assalto perfetto sull’A2 e l’ombra della ‘ndrangheta

LAMEZIA TERME Un altro assalto, nove anni dopo. Certo, le modalità e l’esecuzione sono differenti, ma l’obiettivo è lo stesso: portare via un bottino milionario colpendo la Sicurtransport. Quello portato a termine all’alba di oggi all’altezza di Bagnara Calabra è un colpo clamoroso tanto quanto quello avvenuto il 4 dicembre del 2016, eseguito contro il caveau dell’istituto di vigilanza a Catanzaro. Due colpi in stile cinematografico eseguito in modo altamente chirurgico da gente certamente non improvvisata, tutt’altro.

Il colpo sull’A2

Stamattina, secondo fonti investigative, avrebbe agito un gruppo composto da una decina di rapinatori che ha poi assalito il furgone della Sicurtransport utilizzando armi da fuoco e due auto rubate, posizionate trasversalmente sulla carreggiata nord dell’ex Salerno-Reggio Calabria. I banditi hanno dato alle fiamme le vetture per creare una barriera e bloccare ogni transito in direzione nord, trasformando quel tratto dell’A2 in un imbuto senza via di fuga. Impossibile, quindi, non pensare a quanto accaduto esattamente 9 anni fa.

L’assalto al caveau

All’epoca, infatti, servirono poco più di 20 minuti – come raccontava all’epoca il Corriere della Calabria – per svuotare un caveau e portare via oltre otto milioni di euro. Venti minuti, non oltre, tanto da lasciare ancora del denaro all’interno della sede della Sicurtransport prima di darsi alla fuga. I rapinatori usarono ben 13 auto per eseguire il colpaccio, tutte rubate. E 11 di queste furono date alle fiamme in mezzo alla strada e impedire l’accesso alle forze dell’ordine. Tutto calcolato alla perfezione per un colpo studiato in ogni dettaglio. Servirono poco più di 16 mesi di indagine per ricostruire quanto avvenuto quella sera e arrestare i responsabili in una operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro che si era avvalsa anche delle attività investigative condotte dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e dai poliziotti delle Squadre mobili di Catanzaro e Foggia.

Passalacqua e Mannolo

Già perché in manette finì un commando calabro-pugliese. La sentenza definitiva arrivò nel marzo del 2022 e fu chiarissima, smentendo i giudici d’Appello: il colpo da 8,5 milioni di euro fu eseguito favorendo le cosche della ‘ndrangheta, riconoscendo dunque l’aggravante mafiosa che era stata esclusa nella decisione dei giudici dell’appello nei confronti di Giovanni Passalacqua e Dante Mannolo. In buona sostanza, secondo gli ermellini prima di attuare il piano, «Passalacqua avrebbe ottenuto il placet delle cosche crotonesi, tramite Dante Mannolo, in cambio di una parte del denaro».

L’ombra della ‘ndrangheta

Il colpo teatrale, messo a segno sull’A2 stamattina da un gruppo altamente organizzato e preparato, potrebbe, anche stavolta, aver visto il coinvolgimento della ‘ndrangheta e delle cosche del territorio: quelle di Sinopoli, Melicuccà e Sant’Eufemia d’Aspromonte. Non si esclude però che il gruppo possa essere composto da figure emergenti appartenenti alle famiglie reggine. Tutte le ipotesi restano sul tavolo, mentre la Procura mantiene il massimo riserbo. (g.curcio@corrierecal.it)

Il video:

Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

x

x