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Il dossier 2025

Enti sciolti per infiltrazioni mafiose: Calabria nell’occhio del ciclone. Reggio e Vibo tra le province più colpite

Un quadro allarmante emerso dal dossier presentato da Avviso Pubblico. Dal 1 ottobre 2023 al 30 settembre 2025 sono stati 8 gli enti locali sciolti per infiltrazioni mafiose in Calabria

Pubblicato il: 02/12/2025 – 12:17
di Mariateresa Ripolo
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Enti sciolti per infiltrazioni mafiose: Calabria nell’occhio del ciclone. Reggio e Vibo tra le province più colpite

ROMA La Calabria tra le regioni con il più alto numero di scioglimenti di enti pubblici per infiltrazioni mafiose, con la ‘ndrangheta che rappresenta la realtà criminale che più preoccupa per capacità di penetrazione. Un quadro chiaro e allarmante che emerge con forza dai dati che contenuti nel nuovo dossier sul fenomeno presentato da Avviso Pubblico.

Il volume

Dal 1 ottobre 2023 al 30 settembre 2025 sono stati 19 gli enti locali sciolti per infiltrazioni mafiose: 8 in Calabria: Capistrano, Stefanaconi, Tropea e ASP Vibo Valentia (Vibo Valentia), Cerva e Badolato (Catanzaro), San Luca (Reggio Calabria), Casabona (Crotone); 8 in Campania: Caivano, Melito di Napoli, Poggiomarino e Marano di Napoli (Napoli), Caserta e Calvi Risorta (Caserta), Monteforte Irpino e Quindici (Avellino); 2 in Sicilia: Randazzo e Tremestieri Etneo (Catania); 1 nel Lazio: Aprila (Latina).
Nel volume, dal titolo “Il male in Comune”, emerge che l’89% degli scioglimenti (360) si è verificato in Calabria, Campania e Sicilia.
L’edizione 2025, con la prefazione di Giuseppe Busia, presidente dell’Anac, propone un quadro aggiornato e articolato attraverso dati inediti e comparazioni degli ultimi anni, analisi delle dinamiche con cui le organizzazioni criminali penetrano nelle amministrazioni locali, casi studio ed esperienze dirette dai territori e contributi scientifici di esperti, ricercatori e operatori
istituzionali. Il dossier mostra come le mafie riescano a interferire nei processi decisionali dei Comuni – dalla gestione degli appalti ai servizi essenziali – generando effetti profondi sul tessuto sociale ed economico. Al tempo stesso, il volume evidenzia gli strumenti, le riforme e le reti civiche che possono aiutare gli Enti locali a prevenire e contrastare tali fenomeni, restituendo credibilità all’azione amministrativa.

Alla presentazione, nella sede della FNSI a Roma, moderato da Lorenzo Nicolini, giornalista di RomaToday, hanno preso parte Vittorio di Trapani (presidente della Fnsi), Marco Natali (presidente Confprofessioni), Roberto Montà (presidente di Avviso Pubblico), Giuseppe Busia, presidente Autorità Nazionale Anticorruzione, Salvatore Dolce, sostituto della Procura nazionale antimafia.
«Riteniamo che la riforma della normativa sugli scioglimenti dei consigli comunali e provinciali per infiltrazioni mafiose non sia più procrastinabile», ha spiegato Montà. «L’attuale impianto normativo può e deve essere migliorato, non cancellato. Le problematiche non vanno taciute, ma affrontate nel merito e superate, attraverso un confronto democratico e trasparente, senza cedere alla tentazione di eliminare uno strumento di prevenzione e non di repressione che è stato pensato per spezzare il legame tra mafia, corruzione e politica. Uno strumento che nel corso del tempo ha evidenziato dei limiti e, per questo, necessita di essere rinnovato».

La Calabria nell’occhio del ciclone

Reggio Calabria e Vibo Valentia sono tra le 5 province il cui si è verificato il maggior numero di scioglimenti. Numeri allarmanti: dal 2012 ad oggi in Calabria sono stati decretati 84 scioglimenti, uno ogni due mesi. Dal 2005 e al 2024, inoltre, sono stati decretati otto scioglimenti per infiltrazione mafiosa di aziende sanitarie locali o provinciali. Le due regioni italiane coinvolte sono state Campania e Calabria. Nello specifico – rileva il Rapporto – in Calabria sono stati coinvolti 4 enti sanitari ovvero l’Asl 9 Locri, l’Asp Reggio Calabria (in due occasioni), l’Asp Vibo Valentia (in due occasioni) e l’Asp Catanzaro.
«Se fino a qualche anno fa la Campania era ai primi posti, negli ultimi anni la Calabria ha riconquistato terreno. Le infiltrazioni della ‘ndrangheta si verificano in particolare nei piccoli comuni di queste province», spiega ai nostri microfoni Claudio Forleo, dell’Osservatorio Parlamentare di Avviso Pubblico. Un potere di infiltrazione, quello della ‘ndrangheta, sottolineato più volte nel corso della presentazione. Da Sud a Nord, i clan calabresi, rappresentano un pericolo che si estende al di fuori dei confini regionali e nazionali. «Spesso le comunità percepiscono lo scioglimento come punitivo, anziché preventivo e di tutela», ha spiegato Forleo. Il presidente dell’Anac Busia ha evidenziato come le infiltrazioni siano possibili perché la criminalità «evidentemente trova un ambiente amministrativo debole». «Servono strumenti affinché chi lavora sul fenomeno abbia un allarme preventivo», ha aggiunto Busia: «Bisogna creare un sistema di affiancamento e protezione alle amministrazioni». (m.ripolo@corrierecal.it)

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