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«Sintomi» e «spie d’allarme» per contrastare le infiltrazioni mafiose negli enti. Busia: «La chiave è il rafforzamento amministrativo»

Dalla corruzione negli appalti alla sfida del Ponte sullo Stretto. Il presidente dell’Anac: «Necessario assicurare al più alto livello garanzie e controlli»

Pubblicato il: 03/12/2025 – 16:38
di Mariateresa Ripolo
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«Sintomi» e «spie d’allarme» per contrastare le infiltrazioni mafiose negli enti. Busia: «La chiave è il rafforzamento amministrativo»

ROMA “Sintomi” che fanno da “spie” non solo indicando il problema, ma offrendo anche un’indicazione chiara su cosa sia necessario fare per contrastare i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata. I dati del rapporto di Avviso Pubblico sull’infiltrazione mafiosa negli enti pubblici continuano a mostrare numeri allarmanti. Dai comuni alle aziende sanitarie: i numeri in Calabria – come dimostra il report “Il male in Comune” – mettono le regioni del Sud ai primi posti per scioglimenti e indagini, ma ad essere interessate sono sempre più spesso anche le regioni del Centro-Nord. Niente e nessuno sembra essere completamente impermeabile, dunque, ai tentativi delle organizzazioni mafiose, con la ‘ndrangheta in testa, desiderose di accaparrarsi appalti e fondi pubblici. Ad analizzare il fenomeno, offrendo una chiave di lettura e spunti per contrastarlo, è ai microfoni del Corriere della Calabria Giuseppe Busia, Presidente dell’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione).

«Un’amministrazione che funziona è un’amministrazione della quale i cittadini si fidano»

giuseppe busia - anac
Giuseppe Busia – Anac

«Il numero di infiltrazioni è elevatissimo e interessa anche i comuni più grandi. Ci sono alcuni sintomi interessanti che riguardano l’inefficienza amministrativa, il fatto che ci siano appalti assegnati in modo irregolare o che manchino regolamenti. Una serie di elementi che sono spie e che possono segnalare qualcosa che non va», afferma Busia. Secondo il presidente dell’Anac, la chiave è il rafforzamento amministrativo degli enti locali: «Bisogna rafforzare amministrativamente questi comuni anche dopo lo scioglimento, affiancandoli, ad esempio, nell’attività di assegnazione degli appalti. Oppure, affiancarli nell’attività dei concorsi pubblici, facendoli svolgere da altre Amministrazioni. Questo aiuta a un rinnovamento vero e crea competenze». Questa strategia, oltre a innalzare l’efficienza, favorisce la fiducia: «Un’amministrazione che funziona è un’amministrazione della quale i cittadini si fidano e che, di conseguenza, i cittadini corretti che amano la legalità possono ricominciare a partecipare e a sentire i comuni come “abitazione propria”, come qualcosa su cui impegnarsi e in cui lavorare».

Ponte sullo Stretto: una sfida di cooperazione totale

Un’opera su cui l’attenzione dell’Anac è massima è il progetto del Ponte sullo Stretto. In merito ai rischi di infiltrazione, Busia sottolinea l’importanza dei controlli e della digitalizzazione: «Lì, naturalmente, sarà necessario assicurare al più alto livello garanzie e controlli attraverso la digitalizzazione, evitando che imprese in qualche modo legate alla criminalità organizzata possano operare. Questa sarà una sfida importante e bisogna che tutte le istituzioni cooperino in questo senso». La vigilanza deve essere costante: «Al di là dei rilievi che sono stati fatti, comunque vada, dev’essere un’occasione per alzare il livello. Su questo non bisogna abbassare la guardia, ed è essenziale che tutte le istituzioni cooperino». ( m.ripolo@corrierecal.it)

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