Zelensky incontra Starmer, Macron e Merz. Mosca: «Ue ascolti Trump»
Domani il presidente ucraino sarà a Roma

ROMA La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha partecipato oggi pomeriggio a una videoconferenza con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e altri leader europei «per un nuovo punto della situazione sul percorso di pace in Ucraina alla luce degli ultimi colloqui tra le delegazioni americana e ucraina e in vista della visita che il presidente Zelensky si appresta a compiere domani a Roma». Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, spiegando che la premier «ha nuovamente posto l’accento sull’importanza dell’unità di vedute tra partner europei e Stati Uniti per il raggiungimento di una pace giusta e duratura in Ucraina». Domani Zelensky sarà ricevuto alle 15 dalla presidente del Consiglio, mentre oggi ha fatto tappa a Londra e Bruxelles.
Il premier britannico Keir Starmer ha accolto con un caloroso abbraccio davanti all’ingresso del n.10 di Downing Street il presidente ucraino per il vertice a quattro col presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Al centro dell’incontro l’ultimo round di negoziati per arrivare alla fine del conflitto russo-ucraino.
«La riunione dei leader europei in formato E3 con il presidente Zelensky ha permesso di continuare il lavoro comune sul piano americano in vista del suo completamento con i contributi europei, in stretto coordinamento con l’Ucraina» si è appreso da una fonte dell’Eliseo. Il lavoro – continua la fonte – «è in corso di finalizzazione in vista di scambi fra europei, americani e ucraini che devono consentire il rafforzamento della convergenza nei prossimi giorni». Si «approfondiranno» i lavori di queste ore «per fornire all’Ucraina garanzie di sicurezza forti e prevedere misure per la ricostruzione dell’Ucraina».
«Esistono visioni di Stati Uniti, Russia e Ucraina. E non abbiamo una visione unitaria sul Donbass», ha detto il presidente ucraino in un’intervista a Bloomberg, dopo che Trump lo ha criticato dicendosi «deluso» dal leader ucraino che a suo dire non ha ancora letto la proposta, mentre Mosca sarebbe «d’accordo» con il piano. Elementi del piano Usa richiedono ulteriori discussioni su una serie di «questioni delicate», tra cui le garanzie di sicurezza e il controllo sulle regioni orientali, ha detto Zelensky sottolineando che Kiev spinge per un accordo separato sulle garanzie di sicurezza.
Dopo gli incontri a Londra, Bruxelles e Roma «avremo la nostra visione comune» per i colloqui, e «sono pronto a volare negli Stati Uniti se il presidente Trump sarà pronto per questo incontro», ha detto ancora Zelensky.
«Ciò che è molto importante oggi è l’unità tra Europa, Ucraina e Stati Uniti», ha aggiunto il presidente ucraino parlando ai giornalisti prima del vertice. «Ci sono cose che non possiamo gestire senza gli americani e cose che non possiamo gestire senza l’Europa», ha aggiunto Zelensky.
«Il percorso verso la pace in Ucraina è difficile ma stiamo facendo progressi», ha dichiarato anche Starmer prima del vertice. E ha escluso qualsiasi tipo di pressione sul presidente Zelensky affinché accetti il piano di pace proposto dagli Usa, ribadendo l’importanza di un accordo per una pace «giusta e duratura».
«Il destino dell’Ucraina è il destino dell’Europa» ha detto il cancelliere tedesco Merz parlando ai giornalisti insieme a Starmer, Zelensky e Macron prima del vertice. Merz ha anche espresso scetticismo su alcune proposte degli Stati Uniti rispetto ai negoziati per arrivare alla fine del conflitto russo-ucraino. Ma allo stesso tempo ha sottolineato che «potrebbero essere giorni decisivi per tutti noi sull’Ucraina».
Mosca: «È ora che la Ue ascolti Trump». E incrimina decine di dirigenti ucraini
È ora che la Ue ascolti Trump per salvarsi. Lo afferma Kirill Dmitriev, consigliere presidenziale russo per la cooperazione economica con l’estero e tra i principali negoziatori di Mosca, in merito allo scontro tra Washington e Bruxelles.
«La squadra di Biden – scrive Dmitriev su X – ha gestito completamente Bruxelles, spingendo la Ue sulla strada sbagliata: immigrazione di massa, posizione morbida verso il crimine, declino economico e di civiltà». «Ora – aggiunge – all’improvviso i burocrati della Ue “non vogliono interferenze dagli Usa” sotto il Paparino Trump. E’ ora di ascoltare il Paparino e salvare l’Europa».
Intanto la Russia ha incriminato decine di responsabili ed ex responsabili politici e militari ucraini per “genocidio” della popolazione di etnia russa o russofona del Donbass a partire dal 2014. Tra i 41 accusati dalla procura generale non figura il presidente Zelensky, mentre compaiono il suo predecessore Petro Poroshenko, il ministro della Difesa Denys Shmygal, l’ex capo delle forze armate Valeriy Zaluzhny, quello attuale Oleksandr Syrsky, l’ex capo di gabinetto presidenziale Andriy Yermak e Rustem Umerov, segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale e capo della delegazione ucraina per le trattative di pace.
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