USA e UE: divorzio all’italiana?
Ma cosa sta accadendo realmente?

I giornali della “narcosi collettiva” hanno titoli cubitali: Repubblica “Trump scarica l’Europa”; Il Corriere “Attacco choc”; La Stampa “Lo strappo di Trump”. Ma cosa sta accadendo realmente? Il governo USA rende pubblica la nuova “dottrina Trump” in tema di strategia geopolitica. Che uno si aspetterebbe fosse una cosa da tenere segreta. E a nessuno viene il dubbio che Trump l’abbia esibita urbi et orbi perché gli allocchi come noi la temano e la adorino come una nuova Bibbia. Il succo di ciò che i narco-giornali italiani traggono dal documento è che siamo stati traditi, che Tump abbia l’amante (Putin) e stia chiedendo il divorzio dalla moglie (l’Europa). “È l’ora delle decisioni irrevocabili”, avrebbe tuonato un famoso pelato della storia dal balcone di Palazzo Venezia: arrestare tutti i putiniani d’Italia; fare affari con le multinazionali delle armi; prepararci non più ad una delle tante guerre per buttar giù comunisti ed islamici in giro per il mondo, a cui ci aveva abituati la vecchia America, ma ad una nuova crociata tutta nostra, finalmente. Obiettivo? La Russia. Rea di aver impedito all’Ucraina di entrare nella NATO ed a questa di piazzare missili sul confine dell’impero del male.
C’è da dire però che il cattivo e fedifrago Trump si è almeno adoperato per far cessare la guerra (certo, senza riuscirci al momento), mentre il buono e fedele Biden (ma già prima di lui il Nobel per la pace Obama) la guerra l’aveva scatenata. Come? Illudendo Zelensky che gli USA l’avrebbero sostenuto economicamente e militarmente sino a che non avesse “sconfitto sul campo la Russia”. L’intelligence americana, infatti, si era convinta che la Russia sarebbe caduta: o perché non aveva un esercito efficiente o perché non aveva fondi necessari a finanziare la guerra o perché qualcuno stava provando a buttar giù Putin dal di dentro. Niente di più sbagliato, a quanto pare. A conferma che l’intelligence non è una scienza esatta.
Europa cornuta e mazziata quindi. Ed i narco-giornali giù a raccontarci il gossip di un amore finito, come farebbero con quello di un calciatore famoso e di una velina di Striscia. Ed ecco che, all’intelligence americana si sostituiscono gli strateghi europei. La paura è che l’amante di Trump faccia i dispetti alla moglie tradita. La quale, come nelle migliori storie da tabloid grida vendetta. La parola d’ordine è: la Russia vuole invadere l’Europa. Con quali mezzi, quali uomini e quali soldi non è dato capire, visto che in quattro anni non è riuscita neppure a invadere l’Ucraina. Avanti, comunque, con la nuova crociata. Come nel 1095, quando Papa Urbano II bandì la prima crociata al motto di “Dio lo vuole”.
Ma sul serio gli USA hanno tradito l’Europa? O non è forse una sorta di “divorzio all’italiana” come nel famoso film di Germi, ossia: far fuori la moglie con la scusa del tradimento e farla franca. Vediamo. Nella nuova Dottrina Trump non è per nulla scritto che gli USA chiuderanno le loro basi militari in Europa, si riprenderanno i missili, richiameranno i soldati, faranno fare dietro front alle loro flotte in giro per i mari d’Europa. Gli USA tengono ben salde le loro posizioni in Europa e, a quanto pare, non hanno alcuna intenzione di andarsene. Dunque, è come se un marito chiedesse il divorzio ma pretendesse di vivere con la moglie tradita e pure di continuare a “possederla”. L’amante di Trump, da par suo, si schernisce. Putin, durante una delle ultime conferenze stampa, ha detto che la Russia non ha mai pensato di attaccare l’Europa. Ha aggiunto però che se l’Europa vuol fare la guerra, la Russia è pronta. Nel qual caso non si tratterebbe di una cosa cauta e chirurgica come per l’Ucraina, ma tutto si concluderebbe in poco tempo. Come a dire che ci sono cinquemila testate nucleari pronte per l’uso. Ci scandalizziamo? Sarebbe una carognata? Forse sì. Ma non dimentichiamolo: i primi ad avere usato un’identica dottrina, rendendola “lecita” e mettendola, per di più, in pratica, furono esattamente “i buoni”, cioè gli USA. Lo ricordo ai tanti Rampini, Calenda, Fubini che fingono di fare gli smemorati. Agosto del 1945. Il Giappone era in ginocchio e la guerra per esso era ormai perduta. Senza che ve ne fosse alcuna necessità, bombardieri americani sganciarono bombe atomiche prima su Hiroshima, 90/160 mila vittime civili, poi su Nagasaki, 60/80 mila vittime. Sarebbe arduo spiegare al resto del mondo – e forse anche all’Occidente – che i cattivi dovrebbero rinunciare alle testate nucleari quando a sganciarle per primi furono proprio i buoni.
*Avvocato e scrittore