Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 10:42
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

un contesto “complesso”

Il bilancio “ingessato” della Regione, le “catene” dello Stato e lo spettro dell’autonomia differenziata

L’analisi della manovra previsionale 2026-28 varata dalla Giunta: politiche espansive bloccate dai vincoli di finanza pubblica e non solo

Pubblicato il: 10/12/2025 – 10:36
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Il bilancio “ingessato” della Regione, le “catene” dello Stato e lo spettro dell’autonomia differenziata

CATANZARO Quando si dice “bilancio ingessato”… Per la Regione Calabria è ormai una “frase fatta”, che va bene anche in questa sessione che si è aperta con il via libera della “manovra” previsionale 2026-28 da parte della Giunta Occhiuto e ora all’esame del Consiglio. Ma a “zavorrare” le casse della Regione, impedendo di fatto politiche maggiormente espansive, contribuiscono anche fattori esterni, determinati dalle “catene” e dai vincoli del livello statale e centrale e dagli obblighi della Regione nei confronti del livello statale e centrale.

«Un contesto di crescente complessità»

Sotto questo aspetto, è molto chiaro quello che scrive la Giunta regionale in premessa alla relazione all’ultimo documento contabile: «Il quadro generale di riferimento per la manovra di bilancio regionale 2026-2028 – si legge infatti – si iscrive in un contesto di crescente complessità, fortemente condizionato da vincoli di finanza pubblica a più livelli, che ne limitano strutturalmente lo spazio di manovra autonomo. In particolare, la costruzione del bilancio regionale è condizionata, del tutto o in parte, da diversi fattori interconnessi: i contributi regionali al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica e le disposizioni inserite nella manovra di Bilancio dello Stato, da un lato, e sullo sfondo l’attuazione del federalismo fiscale e il processo in atto sull’Autonomia differenziata dall’altro».

Il “peso” dei contributi di finanza pubblica

Più nel dettaglio, si evidenzia nella relazione che «il peso dei contributi di finanza pubblica continua a rappresentare la principale criticità. Storicamente gravose, tali misure si sono consolidate in accantonamenti e riversamenti allo Stato di risorse proprie che negli ultimi anni hanno superato mediamente i 50 milioni, riducendo significativamente la capacità della Regione di sostenere la spesa corrente e gli investimenti da realizzare con le risorse autonome. La stessa manovra di bilancio dello Stato per l’anno 2026 conferma sostanzialmente il quadro restrittivo, pur introducendo specifiche misure che ne mitigano, solo parzialmente, l’impatto nel breve periodo…».

Il rischio connesso all’autonomia differenziata

Ma sulla testa (e sulle casse) della Regione Calabria incombono anche altre – potenziali – “Spade di Damocle”: «Contestualmente il processo di attuazione dell’Autonomia differenziata (legge 86/2024) aggiunge una variabile istituzionale e finanziaria decisiva. Sebbene l’autonomia sia un principio costituzionale, la sua effettiva applicazione è subordinata alla previa definizione e al pieno finanziamento dei Livelli essenziali delle Prestazioni (Lep). Per la Regione Calabria e per i territori con minore capacità fiscale, l’avanzamento di questo processo in assenza di una perequazione efficace e di Lep finanziati genera il rischio concreto di un allargamento dei divari territoriali. A questa complessità – prosegue la relazione della Giunta Occhiuto al Bilancio – si somma il nodo, ancora irrisolto, della piena attuazione del federalismo fiscale. Nonostante la legge 42/2009 abbia definito un quadro organico per il superamento della spesa storica, la sua applicazione effettiva è rimasta incompleta, per alcune criticità strutturali tra cui la mancata piena operatività del fondo perequativo, che dovrebbe compensare le differenze territoriali di capacità fiscale, ma che oggi continua a essere applicato solo in forma parziale o transitoria».

Doppia penalizzazione

La riflessione quasi “obbligata” da parte della Giunta è che «le Regioni a più bassa capacità fiscale, in gran parte quelle del Mezzogiorno, risultano quindi doppiamente penalizzate: da un lato, da un sistema nazionale di finanza pubblica che continua a sottrarre risorse attraverso accantonamenti significativi; dall’altro, da un federalismo fiscale incompiuto che non mette a disposizione strumenti adeguati a colmare i divari strutturali nell’erogazione dei servizi e nell’accesso ai diritti. Ne consegue che la programmazione regionale per il triennio 2026-2028 deve muoversi in un delicato equilibrio tra l’imperativo del rispetto degli equilibri di bilancio e l’urgenza di massimizzare l’uso delle risorse esterne (come i fondi Ue e il Pnrr) per invertire la tendenza e garantire un percorso di sviluppo sostenibile». (a. cant.)


Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

x

x