Terzo settore, il tour del Pd. «Sui beni confiscati servono scelte politiche, finora non ce ne sono state»
La leader nazionale Bonafoni con Irto alla Valle del Marro. «Dalla Calabria guardiamo al progetto di paese che vogliamo costruire»

POLISTENA «Il viaggio del Partito Democratico nelle realtà del terzo settore si conclude qui a Polistena, in Calabria: un luogo ricco di esperienze preziose, ma anche di difficoltà che richiedono impegni concreti. Questa regione possiede una straordinaria ricchezza umana e sociale, che deve diventare un’opportunità per i giovani costretti a partire, per le famiglie che vogliono restare e per chi crede che la legalità non sia uno slogan elettorale, ma la cornice indispensabile della democrazia». Lo ha detto Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria regionale del Pd, con delega al terzo settore, oggi a “Valle del Marro”, a Polistena, ultima tappa del viaggio del Pd nelle realtà del terzo settore in tutt’Italia. «In un tempo in cui l’astensione mette in crisi la partecipazione e il senso stesso della vita democratica, ricostruire speranza e futuro – ha proseguito Bonafoni – diventa fondamentale. Farlo dalla Calabria, dove sanità, natalità e lavoro vivono una condizione critica, significa guardare al progetto di Paese che vogliamo costruire».
Il tema dei beni confiscati
Un altro punto decisivo riguarda i beni confiscati alla criminalità organizzata, ambito in cui il terzo settore svolge un ruolo fondamentale: «L’Agenzia nazionale che li gestisce – ha proseguito Bonafoni – attraversa una fase di indebolimento. Il Pd vuole rilanciarla con fondi adeguati, risorse per le ristrutturazioni e sostegno alle cooperative, che troppo spesso devono investire risorse proprie per restituire questi beni alla comunità». Tutto questo si collega direttamente alla lotta alla criminalità organizzata, uno dei problemi più gravi della Calabria. «Dove lo Stato arretra, le mafie avanzano. Per questo – ha rimarcato Bonafoni – è essenziale rafforzare l’argine costruito da società civile, Chiesa, associazioni e cooperative. Le istituzioni, dal livello comunale fino al Parlamento, devono affiancare e sostenere ciò che già funziona nei territori: non c’è bisogno di inventare altro, ma di consolidare e valorizzare le esperienze positive esistenti». Sul tema dei beni confiscati è intervenuto anche il segretario regionale del Pd, senatore Nicola Irto: «Il tema è centrale. Da consigliere regionale ho più volte sottolineato che tutto dipende da scelte politiche: molti beni sono in carico ai Comuni, ma senza risorse adeguate rischiano di deteriorarsi. Così, mentre le case crollano, i mafiosi continuano a passarvi davanti e a ribadire simbolicamente il loro controllo, perché per loro è meglio che un bene resti abbandonato piuttosto che venga restituito alla comunità. Questi – ha rilevato Irto – sono segnali socialmente devastanti. La Regione potrebbe intervenire, stanziando fondi specifici e non limitandosi a bandi con cofinanziamento: servono risorse a fondo perduto, da programmare e mettere a disposizione prima dei Comuni e poi delle associazioni. È una scelta politica, che finora non è stata fatta e sulla quale neppure una proposta concreta è stata avanzata». (redazione@corrierecal.it)
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