«Calabria sorprendente: per attivare il 112 sono bastati 6 mesi, in altre regioni da uno a due anni»
Zoli, ex dg di Areu Lombardia, che ha collaborato con la Regione per l’emergenza urgenza: «Qui è importante l’utilizzo h24 dell’elisoccorso»

CATANZARO «La cosa più sorprendente, contrariamente a quanto spesso si pensa, è che in Calabria ho trovato una situazione che certamente richiedeva riorganizzazione, ma che allo stesso tempo presentava un quadro migliorabile in tempi brevi, grazie ai professionisti già oggi impegnati nel sistema di emergenza regionale. Generalmente, per attivare il servizio 112 nelle altre Regioni si impiegano anni, da uno a due anni. In Calabria, invece, è stato avviato in soli sei mesi: i calabresi sono decisamente più forti degli altri». A dirlo Alberto Zoli, già direttore di Areu, l’agenzia della Regione Lombardia che negli ultimi anni ha collaborato con la Regione Calabria per il settore dell’emergenza urgenza: Zoli ha partecipato in Cittadella all’evento per la celebrazione dei 20 del servizio118 in Calabria.
«Maggiore integrazione tra mezzi a terra ed elisoccorso»
Secondo Zoli in Calabria «è importante l’utilizzo h24 dell’elisoccorso. La Calabria è lunga, stretta e montuosa, e proprio per questo il servizio di elisoccorso rappresenta un punto di forza strategico. I tempi critici non riguardano tanto il raggiungimento del luogo dell’evento, quanto la successiva centralizzazione del paziente negli hub ospedalieri principali – Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria. Per molte patologie tempo-dipendenti è fondamentale che sia il mezzo di soccorso a garantire un trasferimento nel più breve tempo possibile». Per quanto riguarda i mezzi di soccorso su gomma – ha proseguito il manager lombardo – «la distribuzione sul territorio è già piuttosto capillare. Ciò che serve è una maggiore integrazione tra questo sistema e l’elisoccorso. Questo sarà possibile quando l’elicottero potrà essere impiegato più spesso anche per interventi primari in luoghi diciamo ostili, operando in hovering o con il verricello, senza necessariamente dover atterrare. Non va usato come un semplice “taxi sanitario”, ma come una vera e propria automedica in volo. Il paragone è corretto e rende l’idea del tipo di servizio che dobbiamo ambire a garantire. Sul territorio calabrese esiste già una componente importante di mezzi di soccorso avanzato medicalizzati. Occorre valorizzarla ulteriormente e potenziare anche i mezzi con infermieri a bordo. In sintesi – ha evidenziato Zoli – il modello da seguire è quello di utilizzare tutto il personale, rafforzare tutte le risorse presenti, integrarle meglio e garantire che l’elisoccorso possa centralizzare rapidamente i pazienti stabilizzati verso gli hub, soprattutto nei casi tempo-dipendenti».
Collaborazione permanente
Con riferimento alla collaborazione tra Regione Calabria e Regione Lombardia, Zoli ha osservato: «Il presidente ha fatto riferimento a noi fin dall’inizio. Continuerà, a una chiamata rispondiamo, risponderemo, risponderò, ovviamente per il mio ambito. Oggi mi occupo del versante ospedaliero – sono passato da direttore generale di Areu a direttore generale del Niguarda – e sto aiutando sul versante sull’organizzazione dei pronto soccorso. Continueremo a collaborare. I risultati ottenuti finora, dall’attivazione del 112 alla riorganizzazione del 118, sono stati così eclatanti che non possiamo che andare avanti». (c. a.)
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