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«Liste d’attesa e disomogeneità Nord-Sud minano il diritto alla salute»

Rapporto di Cittadinanzattiva: il 47,8% delle segnalazioni riguarda l’accesso alle prestazioni

Pubblicato il: 16/12/2025 – 13:43
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«Liste d’attesa e disomogeneità Nord-Sud minano il diritto alla salute»

Liste d’attesa, carenza di personale e disomogeneità territoriale mettono ancora a rischio l’effettività del diritto alla salute. Emerge da due Rapporti presentati oggi da Cittadinanzattiva. Dall’analisi sul 2024 di oltre 16mila segnalazioni dei cittadini emerge che il 47,8% riguarda difficoltà di accesso alle prestazioni, soprattutto per le liste d’attesa: fino a 360 giorni per una Tac, 720 per una colonscopia e 500 giorni per le prime visite specialistiche. Secondo un’elaborazione su dati Agenas 2025, però, nella fascia di priorità urgente la colonscopia supera, per 1 paziente su 4, i 105 giorni rispetto al limite delle 72 ore.
Nelle fasce D (Differibile, entro 60 giorni) i tempi massimi sono ampiamente superati ed arrivano fino a 147 giorni per la mammografia e a 177 giorni per la visita dermatologica. I due rapporti (Rapporto Civico sulla salute 2025 e Rapporto sulle politiche della cronicità) sono stati presentati nel corso dell’evento al ministero della Salute “L’incomprimibile diritto alla salute. Riforme in corso, bisogni in attesa”. “Serve un nuovo Piano Sanitario Nazionale e l’attuazione piena delle riforme. Chiediamo a istituzioni e professionisti di ritornare a un dibattito unitario in cui privilegiare la partecipazione, le interconnessioni e la sinergia per ridare nuovo ossigeno ad un concetto di salute basata sulle persone, siano essi professionisti che cittadini”, dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva. Dall’analisi di 16.854 segnalazioni contenute nel Rapporto civico 2025 di Cittadinanzattiva emerge che il 47,8% riguarda difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie, soprattutto a causa delle liste d’attesa, oggi la criticità più grave del Ssn. Per verificare l’applicazione della legge 107/2024 per la riduzione delle liste di attesa, Cittadinanzattiva ha chiesto dati alle Regioni: solo 8 hanno risposto in modo completo, 5 non hanno risposto e le altre hanno fornito informazioni parziali. Ciò conferma forti disuguaglianze territoriali, con l’accesso alle cure ancora dipendente dalla Regione di residenza.
Dalle risposte emergono ulteriori criticità: mancanza di dati (spesso giustificata con il passaggio alla piattaforma Agenas), assenza di monitoraggio di indicatori chiave e forti differenze nei Percorsi di Tutela. Alcune Regioni garantiscono una presa in carico attiva del cittadino, altre demandano tutto alla burocrazia o non forniscono informazioni. Nel complesso si evidenzia un netto divario Nord-Sud, con maggiore trasparenza ed efficacia al Centro-Nord e carenze significative nel Sud.

Curarsi è un lusso per chi non può permettersi attese e spese

Per i pazienti cronici e rari l’accesso alle cure rischia di diventare un vero e proprio “lusso”: tempi d’attesa eccessivi, rinunce alle cure e spese sempre più a carico dei cittadini. È quanto emerge dal Rapporto presentato oggi che fotografa un sistema sanitario in difficoltà nel garantire continuità e sostenibilità delle cure. L’83,6% dei pazienti indica i tempi di attesa come principale criticità, mentre oltre il 55% dichiara di aver rinunciato almeno a una visita o a un esame negli ultimi 12 mesi per indisponibilità delle prestazioni nel Ssn.

Sette proposte per un Ssn “più forte, equo e vicino ai cittadini”

Un nuovo Piano sanitario nazionale, il rafforzamento dei servizi territoriali e investimenti su personale, prevenzione e digitale. Sono queste alcune delle priorità indicate da Cittadinanzattiva “per rendere il Servizio sanitario nazionale più forte, equo e capace di rispondere ai bisogni dei cittadini”. L’associazione chiede l’adozione urgente di un nuovo Piano sanitario nazionale, assente dal 2008, e la garanzia uniforme su tutto il territorio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) 2017, prevedendone una revisione costante. Tra le priorità, rimane centrale anche l’accelerazione dell’attuazione del Dm 77, in particolare per la realizzazione delle Case e degli ospedali di comunità, considerati nodi fondamentali per rafforzare l’assistenza di prossimità. Cruciale, anche la piena operatività della normativa sulle liste d’attesa, con un maggiore governo delle agende di prenotazione, più trasparenza e monitoraggio dei dati e procedure omogenee a livello nazionale. Cittadinanzattiva sottolinea poi la necessità di investire nelle infrastrutture digitali e nell’interconnessione dei dati sanitari, accompagnando tali interventi con il potenziamento delle competenze digitali di cittadini e professionisti. Un capitolo centrale riguarda il personale sanitario: servono investimenti non solo in termini numerici, ma anche su formazione e sistemi di incentivazione, soprattutto per settori critici come l’emergenza-urgenza. Infine, l’associazione richiama l’importanza di rafforzare la prevenzione, dall’alfabetizzazione sanitaria dei cittadini all’aumento dell’offerta e dell’adesione alle campagne di screening e vaccinazione, come leva strategica. 

Mennini: “Nonostante percezioni di rassegnazione e rabbia, il Ssn non è stato ridotto” 

“Nonostante le percezioni di rassegnazione e rabbia, il Servizio sanitario nazionale non è stato ridotto: i dati ufficiali mostrano incrementi reali e finalizzati delle risorse, con investimenti significativi su personale, prevenzione, ospedali e territorio”. Così Francesco Saverio Mennini, capo del Dipartimento Programmazione del Ministero della Salute, intervenendo oggi alla presentazione dei Rapporti di Cittadinanzattiva. (Ansa)

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