Depositi costieri a Vibo Marina, il Comune non fa muro e apre a un «rinnovo con clausola vincolante»
Nelle osservazioni si sottolineano i rischi e l’inconciliabilità dell’impianto con l’area, ma il sindaco resta (troppo) cauto: «La nostra è una soluzione win-win»

VIBO VALENTIA La mancata delocalizzazione dei depositi costieri potrebbe compromettere il futuro dello sviluppo turistico di Vibo Valentia. Lo mette nero su bianco il sindaco Enzo Romeo nelle osservazioni avanzate in vista dell’imminente Conferenza dei servizi in cui si discuterà del rinnovo della concessione demaniale marittima per altri 20 anni alla società Meridionale Petroli. In un breve documento il primo cittadino espone le ragioni del Comune che, al netto della delibera approvata dal Consiglio comunale, restano più caute rispetto alle premesse. Non una «mera opposizione» ma un dialogo fatto di proposte per cercare di salvaguardare anche la permanenza della Meridionale Petroli e al tempo stesso consentire che Vibo Marina segui il «percorso imprescindibile» dello sviluppo turistico.
La trasformazione di Vibo Marina
Il sindaco, nel documento, ribadisce il processo di trasformazione subito da Vibo Marina, con il porto che da industriale «è diventato il fulcro dl un’economia sempre più orientata al turismo e alla fruizione ricreativa». In questo contesto la presenza dei depositi costieri è «inconciliabile con il pieno dispiegamento del potenziale del litorale». I motivi sono principalmente di sicurezza: la presenza della Meridionale Petroli impone vincoli e norme che «soffocano lo sviluppo». In particolare, la classificazione dell’impianto «richiede l’adozione di un Piano di Emergenza Esterno (PEE), la cui esistenza stessa evidenzia la potenziale minaccia per la popolazione residente e per i turisti. Il rischio potenziale di un incidente rilevante, come un’esplosione, un incendio o la dispersione di sostanze tossiche, acquista una gravità esponenziale in un’area densamente frequentata e in espansione turistica».
Le criticità individuate dal Comune
Nel documento il Comune individua tra le criticità maggiori le strade e le vie d’accesso che, in caso di emergenza, rischiano di compromettere l’intervento dei mezzi di soccorso. E chiede di valutare anche la conformità normativa, sollecitando un’attenta, rigorosa rivalutazione delle condizioni di sicurezza e di conformità ambientale dell’impianto, anche alla luce di accertamenti recenti che hanno sollevato interrogativi sulla sua piena applicabilità agli obblighi di protezione ambientale». La permanenza dell’impianto in un’area turistica «rappresenta un’anomalia da sanare» e – sottolinea il sindaco – le discussioni sul rinnovo sono l’occasione perfetta. Ma il primo cittadino si muove cauto, specificando che non è per la chiusura totale dell’impianto ma propone «una soluzione win-win, che contemperi e salvaguardi l’attività economica e al contempo liberi il potenziale del territorio». Romeo chiede di valutare il rinnovo per «un termine breve, congruo e adeguato a realizzare concretamente un piano di delocalizzazione» con una clausola specifica che vincoli la società e, in caso di mancato rispetto del cronoprogramma, preveda penali o la revoca della concessione». Da parte sua, il Comune si è già attivato con Corap e Arsai «per individuare un’area idonea all’interno della zona industriale di Porto Salvo». Insomma, dal Comune di Vibo nessuna “guerra aperta” ai depositi costieri, nonostante nel documenti si sottolinei più volte il rischio per l’incolumità pubblica e l’inconciliabilità con lo sviluppo dell’area: l’obiettivo è trovare un punto di incontro che salvi la permanenza dell’attività e spinga Vibo Marina verso lo sviluppo turistico. (ma.ru.)
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