‘Ndrangheta e il “libro sacro” nei racconti di Bellusci dopo l’affiliazione: «Potevo avere 24 uomini sotto il mio comando»
Il nuovo collaboratore ai pm della Dda di Milano: «Mi dissero che la mammasantissima l’ha creata il compare Carmelo Novella»

LAMEZIA TERME I primi racconti forniti dal nuovo collaboratore di giustizia Francesco Bellusci alias “Occhi celesti” (cl. ’87) di Cuggiono, ai pm della Dda di Milano hanno fatto luce sul rito della sua affiliazione. Abbiamo già descritto le prime fasi mentre nel racconto successivo, il pentito ha illustrato ai pm ulteriori dettagli alquanto significativi e che aprono squarci di luce sulla maxi inchiesta di pm milanesi. «A quel punto mi hanno detto che potevo essere anche capo di società volendo, con la società minore, avendo lo sgarro, perché era l’apice, e potevo avere ventiquattro uomini sotto il mio comando». Questo glielo avrebbe detto ancora Filippo Sergi, «con il venticinquesimo che ero io, perché dobbiamo essere sempre dispari e mai pari, come “Osso, Mastrosso e Carcagnosso”», citando il vecchissimo rituale dell’affiliazione alla ‘ndrangheta.
Il “leone dietro la schiena” e le “24 maglie”
«Cristello ricordo che mi disse “dietro la tua schiena porti un leone incatenato da ventiquattro maglie e la venticinquesima sei tu” che “il segno di riconoscimento dello sgarro è il movimento tra l’indice e il pollice”», spiega ancora Bellusci ai pm della Dda di Milano. Ma i dettagli illustrati dal nuovo collaboratore non finiti qui: «Cristello mi disse che sotto il mio piede destro porto tre “M” puntate d’oro, che rappresentano Minofrio, Mismizzu e Misgarro, che sono i tre che rappresentano lo sgarro, che è protetto da Santa Elisabetta… e che sulla mia fronte porto una stella sempre puntata d’oro, dove porto luce in tutto il mondo, ovunque sarei andato. Questi sono i segni di riconoscimento della dote dello sgarro. E basta».
Il libro quasi sacro
E cita di nuovo un libro che gli sarebbe stato donato proprio da Sergi, anche se «avevo il divieto di andare a vedere cos’erano le “società maggiori” e quant’altro, potevo guardare soltanto la mia parte, quella che mi interessava a me. Io poi di questo libro ho letto qualcosa…», racconta ancora il collaboratore di giustizia, «in quel libro io avevo letto il pezzo dello sgarro, perché ormai la camorra non mi interessava più (…) e che il camorrista non voleva lo sgarrista e che, in pratica, per ammazzare uno sgarrista ci vogliono novantanove camorristi, per ammazzare un camorrista basta soltanto uno sgarrista…», spiega ancora Bellusci che riporta quanto gli è stato ancora riferito nel giorno dell’affiliazione. «Mi dissero “quando passerai alla società maggiore, allora potrai prendere conto di tutto” e mi elencano velocemente il fatto della santa. Mi dice: “quando poi otterrai la santa, però la puoi tenere soltanto per due anni, perché la santa non va bene, poi te la devi cacciare. Poi si passa alla dote del vangelo, del quartino e del trequartino, crociata, stella…”, non mi ricordo se c’era stella prima della crociata o dopo la crociata e poi “padrino, mammasantissima” che è stata creata da Carmelo Novella, mi è stato spiegato, mi hanno detto “la mammasantissima l’ha creata il compare Carmelo Novella”». Rispondendo alle domande dei pm, Bellusci descrive anche questo “libro”, grande quanto un foglio di quaderno per la scuola elementare, un po’ spessino, forse 80 o 100 pagine con una copertina gialla, «però era tutto sbiadito, ed era coperto con una plastica, tutto scritto a penna» «era tutto in stampatello. Lo tenevano proprio come un oggetto sacro». (g.curcio@corrierecal.it)
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