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Askatasuna, guerriglia a Torino. Nove poliziotti feriti

Incidenti per il corteo organizzato dopo lo sgombero del centro sociale

Pubblicato il: 20/12/2025 – 21:52
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Askatasuna, guerriglia a Torino. Nove poliziotti feriti

TORINO Famiglie, bimbi piccoli in spalla, cartelli e striscioni. “Torino partigiana. Que viva Askatasuna”, con tanto di foto di una donna partigiana in testa. È cominciato così nel pomeriggio il corteo dopo lo sgombero all’alba di giovedì del centro sociale degli autonomi, occupato dal 1996. In una città blindata nell’ultimo sabato prima del Natale. È finito con scontri con la polizia dopo un tentativo della testa del corteo di riavvicinarsi alla palazzina di corso Regina Margherita, nel quartiere Vanchiglia. Un primo bilancio di feriti tra le forze dell’ordine è di nove agenti dei reparti mobili, colpiti da oggetti contundenti, dopo che nella serata di giovedì i feriti tra le forze dell’ordine erano stati dieci. Gli scontri sono avvenuti quando il corteo è arrivato vicino all’edificio sgomberato, che resta presidiato dalle forze dell’ordine. Un gruppo di persone incappucciate ha cercato di sfondare il cordone della polizia, a circa cinquecento metri dalla palazzina. Hanno lanciato contro gli agenti bottiglie, bombe carta artigianali, fuochi d’artificio e pietre. Le forze dell’ordine hanno risposto con idranti e lacrimogeni, con cariche e manganellate, mentre i manifestanti cercavano di colpirli a bastonate e hanno costruito barricate di cassonetti bruciati. Sugli attivisti di Askatasuna, “tanti di questi sono figli di papà che se la prendono coi figli del popolo- ha affermato il vicepremier Antonio Tajani -. La violenza va contro i cittadini. Manifestare è un diritto, ma distruggere automobili o picchiare poliziotti carabinieri e finanzieri che fanno il loro dovere non va bene”. “Eccola la vostra democrazia, la vostra maledetta violenza, la barbarica voglia di sfasciare la nostra benedetta democrazia – ha detto a fine giornata Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione. Siete gli stessi – ha aggiunto – che non molti decenni fa portarono il terrore nelle nostre strade, ma stavolta fidatevi, non ci riuscirete”. “Nulla – ha commentato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo – può giustificare la violenza e i danneggiamenti, mai: si tratta di comportamenti inaccettabili che non solo violano la legalità, ma compromettono gravemente la credibilità, la forza e il senso stesso delle rivendicazioni”. “Oggi lo Stato ha confermato che non si lascia intimidire e che illegalità e aggressioni non trovano cittadinanza a Torino e in Piemonte” le parole del presidente della Regione, Alberto Cirio. Mentre per il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, ‘lo sgombero di Askatasuna è solo l’inizio. Ruspe sui centri sociali covi di delinquenti’. La partenza della manifestazione è stata davanti alla sede storica delle facoltà umanistiche, Palazzo Nuovo, con oltre tremila persone. Hanno iniziato a camminare al grido “Askatasuna vuol dire libertà (in lingua basca, ndr), nessuno ci fermerà” e “guai a chi ci tocca”. C’erano residenti del quartiere dove si trova il centro sociale sgomberato, giovani e bambini con uno striscione con le impronte delle loro mani. “Oggi non è una data di fine, ma è un inizio – ha detto il portavoce di Askatasuna, Stefano -. Ci sarà un’assemblea cittadina il 17 gennaio e un corteo nazionale il 31 gennaio. Si deve ripartire da quei movimenti contro il genocidio in Palestina. La solidarietà è arrivata da tutta Italia e non solo. Il quartiere Vanchiglia è come fosse la Val di Susa, con un dispiegamento di forze come se si fosse in guerra” ha aggiunto, sottolineano i messaggi giunti anche dai Paesi Baschi. Delegazioni di antagonisti sono arrivate da altre città, come Milano, Genova e dal Nord Est. Numerose le bandiere No Tav e della Palestina. In corteo anche la capogruppo in Consiglio regionale di Avs, Alice Ravinale, e Giorgio Airaudo, segretario regionale Piemontese della Cgil, tra i garanti del patto con la Città per trasformare il piano terra di quell’edificio in bene comune, saltato giovedì all’alba con la presenza di persone al terzo piano, inagibile. “Penso che il Comune di Torino – ha detto – avesse fatto la cosa giusta e che debba riprendere quella strada, che è una strada di dialogo. Ovviamente il discrimine delle responsabilità e della non violenza è fondamentale”. (Ansa)

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