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Morto in Piemonte nell’esplosione di una cascina, Reggio ricorda Antonino Candido

Intitolato al giovane vigile del fuoco reggino il tratto del viale Europa prospiciente la Caserma dei pompieri

Pubblicato il: 28/12/2025 – 15:01
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Morto in Piemonte nell’esplosione di una cascina, Reggio ricorda Antonino Candido

REGGIO CALABRIA «La vita di un vigile del fuoco vale l‘eternità. Da oggi, il nome di Antonino Candido sarà inciso per sempre nella storia della nostra città». Con queste parole, il sindaco Giuseppe Falcomatà è intervenuto alla cerimonia di intitolazione del tratto del viale Europa – prospiciente la caserma dei Vigili del Fuoco – al giovane reggino morto nell’esplosione di una cascina a Quargnento, in provincia di Alessandria, in una tragica giornata di sei anni fa.
Nel salutare la famiglia Candido, il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Antonino Casella, il vicesindaco Domenico Battaglia e i consiglieri comunali presenti Filippo Quartuccio, Giuseppe Sera e Santo Bongani, Giuseppe Falcomatà ha parlato «dell’esempio lasciato da Antonino Candido che diventa patrimonio collettivo della nostra comunità».
«Una città – ha detto il sindaco – non è fatta soltanto dalle sue mura e dalle cose materiali. Una città diventa comunità se riesce a onorare la memoria dei suoi figli migliori e a farli diventare monito e fonte d’ispirazione. Questo vuole essere il senso della giornata di oggi».
Citando il brocardo latino “flammas domamus corda donamus” (Domiamo le fiamme e doniamo i cuori), il sindaco Giuseppe Falcomatà ha sottolineato come Antonino Candido «abbia fatto testimonianza di vita di quello che è il motto dei Vigili del Fuoco».
«Lo ha fatto – ha spiegato – da servitore dello Stato, da reggino, da figlio perché noi, a nostra volta, seguiamo l’esempio dei nostri padri».
«Antonino, qualche settimana prima di morire – ha ricordato il sindaco – si interrogava su quale fosse il valore della vita di un vigile del fuoco. Lo faceva proprio a seguito di un altro evento drammatico che aveva colpito un suo collega. E, dunque, quanto vale la vita di un uomo? Quanto quella di un Vigile del Fuoco? Si potrebbe rispondere tanto oppure poco. Oggi noi rispondiamo: vale l’eternità».
«Perché – ha concluso Falcomatà – quando, tra tanti anni, non ci saremo più, ci sarà sempre qualcuno che, al posto nostro, quando verrà ricordato Nino, risponderà presente. Da oggi, infatti, il suo nome non è più scolpito soltanto nei nostri cuori, non è più scritto sulla sabbia che poi, piano piano, in qualche modo sbiadisce. Il nome di Nino è inciso per sempre nella storia della nostra città».

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