Il futuro appartiene a chi osa
Serve uno scatto di reni che superi le alchimie fragili del consenso, le sigle socialiste chiuse e familistiche e una maggioranza capace di rompere con il passato. Tutto il resto, sindaco, non sarebb…

COSENZA L’ultima vicenda legata all’approvazione del bilancio comunale bruzio, ha sfiorato il grottesco. Si è rischiato di paralizzare l’ente e la città non per contrasti di merito o per una visione alternativa di sviluppo, ma per una sete di potere incontenibile. Dietro il caos, esperti di vecchie geometrie politiche, capaci di invocare stabilità in pubblico e di usarla come merce di scambio in privato. Un copione rodato, scritto a quattro mani, in cui si offre “collaborazione”, poi si alza il prezzo, infine si minaccia la paralisi. In questo contesto, per nulla edificante, la decisione coraggiosa del sindaco Franz Caruso di allontanare i farisei dal tempio della politica non può bastare. Il rischio del bilancio non approvato è il segno inequivocabile di una legislatura che deve guardare oltre una stabilità evocata solo quando conviene a chi la brandisce. Serve uno scatto di reni che superi le alchimie fragili del consenso, le sigle socialiste chiuse e familistiche – che neanche il sindaco riesce più a digerire – e una maggioranza capace di rompere con il passato, fondata su chiarezza, lealtà e coraggio politico. Tutto il resto, sindaco, non sarebbe che un accordo di mera sopravvivenza, e la città non può permetterselo. Se il partito democratico vuole davvero giocare un ruolo centrale nella vita cittadina, Nicola Irto e Matteo Lettieri devono fare chiarezza al proprio interno e definire una linea politica riconoscibile, non subordinata alle ambizioni personali di pochi. È necessario aprire la strada a competenze credibili e a proposte concrete per restituire dignità e autorevolezza alla politica cosentina, liberandola da logiche individualistiche e regolamenti di conti. La città sarà presto chiamata al voto, e il centrosinistra dovrà dimostrare di saper fare qualcosa di più che allargare semplicemente il perimetro delle alleanze. A Cosenza, come a Catanzaro e Reggio, serviranno visione, concretezza e coraggio politico per restare al governo. Chissà se il nuovo anno riuscirà finalmente a trasformare il cosiddetto “campo largo” in un terreno di scelte e confronto. Del resto, «chi non avanza, retrocede», come accaduto a Lamezia Terme. Lo scopriremo presto. Intanto, buona fine e buona ripartenza a tutti! (paola.militano@corrierecal.it)
*direttore del Corriere della Calabria
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