Tutti uniti fino alla prossima retata
Cattedrale dell`omertà istituzionale. Questo è l`unico titolo che merita l`intero consiglio regionale della Calabria, partendo da Italia dei valori e finendo al Pdl, dopo essere passati per Pd e comp…

Cattedrale dell`omertà istituzionale. Questo è l`unico titolo che merita l`intero consiglio regionale della Calabria, partendo da Italia dei valori e finendo al Pdl, dopo essere passati per Pd e compagni vari. Arrestano per mafia un secondo consigliere regionale a meno di un anno dal primo e a meno di due dalle ultime elezioni e la massima Assemblea elettiva calabrese non ritiene di dedicare alla cosa neanche uno straccio di dibattito. Nessun intervento, nessuna dichiarazione, nessun confronto. Tutto rimosso quasi a confermare che la trasversalità di cui parla Ilde Boccassini è cosa concreta. La Conferenza dei capigruppo delega a parlare solo il presidente Francesco Talarico che così può premettere di parlare «a nome dell`intero Consiglio», ed a nome dell`intero Consiglio liquida la cosa con «l`auspicio che il consigliere Morelli possa chiarire la sua posizione», per ribadire, subito dopo, che «i reati contestati, non sono relativi all`esercizio del mandato di consigliere regionale ed alla sua funzione di presidente della commissione Bilancio, atti e comportamenti sono quindi da ricondurre a responsabilità personali senza alcun coinvolgimento dell`Istituzione».
Ma come, al giudice Vincenzo Giglio si contesta di essersi lasciato corrompere in cambio della nomina, illegittima, della propria moglie a dirigente della Regione Calabria e questo non riguarda il consiglio regionale? Un intero capitolo dell`ordinanza del gip di Milano si occupa del capogruppo del Pdl in consiglio regionale Luigi Fedele e del suo ruolo per ottenere quella promozione frutto di corruttela e il consiglio regionale si considera estraneo? Di più, si consentono anche il lusso di autoassolversi da ogni omessa vigilanza e da ogni colpa politica: «Il consiglio regionale della Calabria ha le carte in regola», dicono i 49 superstiti di Palazzo Campanella, perché «ci siamo dati delle regole precise e direi quasi uniche nel panorama della legislazione regionale in materia». Poi, da autentiche facce di bronzo, aggiungono: «La forza delle istituzioni, anche della nostra assemblea, consiste nell`agire e nel garantire un quadro di legalità e di trasparenza, capace di rappresentare le motivazioni di fondo di un sistema democratico». Di grazia, come lo state facendo? Consentendo commissariamenti illegali? Clientele perniciose? Soccombendo quotidianamente alle sentenze che Tar, Consiglio di Stato e persino Corte Costituzionale vi scagliano contro per punire tentativi di adottare e imporre decisioni illegittime? La verità gli scappa di mano, al presidente Talarico e al documento della Conferenza dei capigruppo, quando recitano: «È necessario, in questo momento di difficoltà, unire le energie e le risorse disponibili». Lo stanno facendo, infilando la testa nella sabbia alcuni, tentando di arginare le nuove indagini in arrivo altri. Violando l`agibilità democratica calabrese tutti. Insieme, uniti, compatti. Fino alla prossima retata.