Dodici condanne, a pene comprese tra 8 mesi e 7 anni, e tre assoluzioni. È questa la sentenza emessa dal giudice per le udienze preliminari di Catanzaro, Assunta Maiore, al termine del processo con rito abbreviato nei confronti dei presunti appartenenti della cosca di `ndrangheta dell`area ionica del soveratese Sia-Procopio-Tripodi coinvolti nell`inchiesta “Show Down” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia.
A conclusione della requisitoria il pubblico ministero aveva chiesto 15 condanne a pene comprese tra i 3 ed i 14 anni di reclusione. A 6 anni di reclusione è stato condannato Vincenzo Alcaro, il brigadiere dei carabinieri in servizio al reparto operativo del Comando provinciale di Catanzaro, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa; 3 anni e 4 mesi a Bruno Procopio, Vincenzo Bertucci (5 anni e 8 mesi), Patrick Vitale (7 anni 6 mesi), Francesco Vitale e Giuseppina Mirarchi (1 anno), Pannia Salvatore (4 anni), Pietro Danieli (8 mesi), Angelo Procopio (4 anni e 8 mesi), Giuseppe Santo Procopio (6 anni e 8 mesi), Vincenzo Ranieri (6 mesi e 20 giorni), Vincenzo Todaro (1 anno e 4 mesi). Sono stati assolti Daniela Iozzo, Pietro Aversa detto “Mister” e Vincenzo Mirarchi. Per gli altri indagati nell`inchiesta “Show down” è in corso il processo davanti ai giudici del tribunale che riprenderà il 3 giugno. Nei confronti di altre tre persone, Maurizio Tripodi, Michele Lentini e Davide Sestito, si svolgerà il processo davanti alla Corte d`assise perché accusati dell`omicidio e occultamento di cadavere di Giuseppe Todaro.
L`operazione condotta dai carabinieri portò all`arresto di una quarantina di persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni, rapine, sequestro di persona e traffico di droga. Le indagini hanno avuto inizio dopo la scomparsa, nel dicembre del 2009, di Giuseppe Todaro, vittima di lupara bianca. (0080)
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