CATANZARO «Le piccole imprese della Calabria versano in condizioni critiche e, in assenza di interventi mirati, oltre 7.500 attività esistenti in regione rischiano di chiudere i battenti entro i prossimi sei mesi». La denuncia arriva oggi da Comitas, l`associazione delle microimprese italiane, che ha elaborato un apposito studio sulla crisi delle piccole attività nelle varie regioni d`Italia. «Il calo dei consumi da parte delle famiglie (-4,3% nel 2012), l`aumento della pressione fiscale, e il blocco dei prestiti da parte delle banche (-10% in un anno), hanno fortemente minato – si legge in un comunicato – la salute delle microimprese calabresi, al punto che nel primo trimestre del 2013 più di 4.300 imprese hanno chiuso i battenti (10.500 nel 2012), e il tasso di crescita delle attività sul territorio registra un tasso del -0,67%, che sale al -1,97% nel caso delle imprese artigiane – spiega Comitas –. La situazione di crisi si è aggravata nel corso del 2013, ma il vero colpo di grazia arriverà con l`aumento dell`Iva dal 21 al 22%: i consumi in regione caleranno di un ulteriore 3% per effetto del rincaro dei prezzi, e più di 7.500 microimprese della Calabria chiuderanno i battenti entro il primo trimestre 2014. Le ripercussioni sul fronte occupazionale saranno enormi, con oltre 22mila cittadini calabresi che perderanno il lavoro. (0040)
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