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WHY NOT | Chiesta l'assoluzione di De Magistris

ROMA «Chiedo l’assoluzione per Luigi De Magistris perché il processo ha dimostrato che non era a conoscenza che stesse compiendo atti illeciti». Si è conclusa così la requisitoria del pm di Roma, R…

Pubblicato il: 22/05/2014 – 22:00
WHY NOT | Chiesta l'assoluzione di De Magistris

ROMA «Chiedo l’assoluzione per Luigi De Magistris perché il processo ha dimostrato che non era a conoscenza che stesse compiendo atti illeciti». Si è conclusa così la requisitoria del pm di Roma, Roberto Felici, nel processo che vede imputato anche il consulente informatico Gioacchino Genchi, per il quale, invece è stata sollecitata una condanna a un anno e 6 mesi di reclusione. Si tratta del procedimento sull’acquisizione di utenze di alcuni parlamentari. Una vicenda che risale al 2006 quando l’attuale sindaco di Napoli era pubblico ministero a Catanzaro, titolare dell’inchiesta “Why not”.
I due imputati sono accusati di abuso d’ufficio per aver acquisito le utenze senza le necessarie autorizzazioni parlamentari, di Romano Prodi, Francesco Rutelli, Clemente Mastella, Marco Minniti, Antonio Gentile. Nel corso della requisitoria, il pm Felici ha spiegato come pur essendo stato De Magistris a dare «carta bianca» al suo consulente tecnico, indagando sui contatti trovati nell’agenda di Antonio Saladino (un imprenditore indagato) fu Genchi a trasformarsi in «dominus» dell’inchiesta e a disporre non solo i decreti di acquisizione degli atti, poi firmati dal magistrato. Per l’accusa Genchi arrivò a scegliere i nominativi, con le utenze telefoniche, di chi doveva entrare a far parte dell’inchiesta. Un modus operandi che, secondo il pubblico ministero, rappresenta «una violazione e una indebita intrusione nella vita privata» dei parlamentari.
Per il pm capitolino, in sostanza, il sindaco di Napoli ebbe un ruolo secondario nella gestione dell’indagine e dagli esiti processuali emerge che non fosse a conoscenze che quelle utenze si riferivano a parlamentari in carica. Nel chiedere l’assoluzione il pm, riferendosi a De Magistris, ha affermato di «non apprezzare quelli che erano i suoi metodi, la sua ansia ed euforia investigativa e l’uso eccessivo di strumenti come le perquisizioni. Non ho trovato elementi, però, – ha detto Felici – per dire che lui fosse a conoscenza che si stava commettendo un illecito acquisendo quei tabulati». La sentenza è prevista per il prossimo 25 giugno. (0070)

Marco Maffettone (Ansa)

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