REGGIO CALABRIA Non ci sono i presupposti né nel merito, né nel metodo, perché Chiara Rizzo rimanga dietro le sbarre. È quanto sostengono i legali di Lady Matacena – gli avvocati Bonaventura Candido e Carlo Biondi – nell’istanza di riesame depositata questa mattina al tribunale di Reggio Calabria. Per il collegio difensivo della donna – accusata assieme all’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola di aver aiutato il marito, Amedeo Matacena, a sottrarsi a una condanna definitiva per mafia, nonché ad occultare il patrimonio – sono almeno tre i punti per cui la donna dovrebbe essere scarcerata. Al di là delle consuete eccezioni relative alla carenza di pericolosità sociale, esigenze di sicurezza o pericolo di inquinamento probatorio, quello che i legali contestano è la competenza territoriale della Procura reggina nel coordinare l’inchiesta. «Qualora fossero stati commessi i reati contestati alla nostra assistita, è tutto da dimostrare che siano stati commessi a Reggio Calabria», afferma l’avvocato Candido. Inoltre, aggiunge il difensore della Rizzo, la donna sarebbe stata estradata per un reato che non le viene contestato. «Sul mandato di cattura europeo è indicato che la signora è ricercata per il reato di riciclaggio che né in questa né in altra sede le viene contestato».
Nel frattempo, è in corso in queste ore l’udienza del Riesame per la madre di Matacena Raffaella De Carolis e il braccio destro dell’ex parlamentare di Forza Italia, Martino Politi. (0090)
Alessia Candito
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