CATANZARO «Il management della Fondazione Campanella è stato costretto ad avviare nella giornata di oggi la procedura che porterà il prossimo 17 luglio alla sospensione di tutte le attività di ricovero ed ambulatoriali delle unità operative non oncologiche e nel contempo a riavviare le procedure per il licenziamento di circa 180 unità di personale». È quanto scritto in una nota della fondazione “Tommaso Campanella”. «Si è pervenuti a questa sofferta decisione – prosegue il comunicato – dopo aver verificato che non vi sono più le condizioni per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari. Già il 19 maggio tutte le istituzioni interessate erano state informate della drammatica situazione senza ottenere adeguate risposte. Nel corso dell’incontro tenutosi in Prefettura il 17 giugno, in base agli impegni assunti, si era rinviata la sospensione, già prevista per il 23 giugno, al 7 luglio. Dopo l’ordine del giorno approvato dal consiglio regionale con il quale si impegnava il presidente dalla giunta regionale ff. ad avviare tutte le iniziative necessarie per trovare una soluzione adeguata e dopo la disponibilità dei sub commissari a remunerare le prestazione non oncologiche era stato disposto un ulteriore rinvio al 17 luglio. Tuttavia, ancora oggi non si sa se e quando saranno traferite le risorse necessarie per poter acquistare farmaci, dispostivi medici e pagare gli stipendi ai dipendenti». «Per la gestione di tutte le attività – si aggiunge nella nota – da parte della Fondazione sono necessari circa 30 milioni all’anno; ne sono stati previsti solo 10 milioni. Solo per la gestione delle attività non oncologiche un’apposita commissione paritetica Università – Regione ha stabilito il costo in circa 26 milioni all’anno. È pura follia continuare in assenza di impegni giuridicamente rilevanti da parte delle istituzioni interessate. L’avere disatteso leggi, decreti e intese lasciando alla Fondazione l’onere della gestione delle Unita’ Operative non oncologiche senza rimborsarle i costi ha determinato una situazione debitoria insostenibile. Sarà sempre la Regione nei prossimi anni a pagare comunque i debiti accumulati dopo aver distrutto una struttura ove sono presenti eccellenti competenze che non possono essere sminuite nella loro professionalità da miopie di vario genere. Quotidianamente siamo costretti a ricorrere allo scambio al prestito di farmaci con altri ospedali della Regione; le case farmaceutiche si rifiutano di fornire i farmaci e dispositivi medici che comunque devono essere pagati in anticipo dopo estenuanti trattative”. Nel comunicato è evidenziato inoltre che «già dal 14 luglio non sarà possibile effettuare presso la Fondazione le Pet. Nei prossimi giorni si darà corso ad ulteriori iniziative giudiziarie nella speranza che sia ancora la volta la magistratura ad intervenire per ripristinare il diritto alla salute dei cittadini calabresi». (0090)
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