COSENZA «L’intersindacale dei medici dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, da mesi in stato di agitazione non per motivi economici ma per richiamare l’attenzione della Regione e del governo sulle gravissime criticità di tipo strutturale e organizzativo in cui versa il nosocomio e le gravi carenze di personale medico e infermieristico, nell’apprendere che il settore risorse umane ha adottato due determine per avviare le procedure di concorsi pubblici per l’assunzione di personale amministrativo, è rimasta a dir poco stupefatta». Lo sostengono, in una nota, i sindacati dei medici dell’ospedale di Cosenza.
«Infatti – proseguono i sindacati – in un momento tragico come quello che sta attraversando la sanità cosentina, l’assunzione di ventidue amministrativi, sebbene di categorie protette, e non di medici e infermieri per garantire i livelli minimi di assistenza (i cosiddetti Lea) suona tanto come una beffa. Così come per i medici, è sembrato a dir poco, fuori luogo che, qualche giorno prima della scadenza del contratto del direttore generale, Gangemi siano stati nominati quasi tutti i nuovi capi dipartimento in quanto trattandosi di designazioni di natura prettamente fiduciaria, queste nomine automaticamente vengono azzerate con la decadenza della direzione aziendale. I sindacalisti si chiedono anche, come mai non hanno ancora preso servizio i 3 anestesisti che il sindaco di Cosenza con la clamorosa ordinanza contingibile e urgente aveva imposto al direttore generale dell’Azienda, che da mesi si dichiara con “le mani legate”, per dare un po’ di fiato almeno al settore dell’emergenza. Certo le polemiche successive all’inedita ordinanza del sindaco non sembrano avere aiutato il processo se si considera che soltanto 2 dei 4 medici necessari per il pronto soccorso, hanno preso servizio e che non si sa bene che fine abbiano fatto gli ordini di servizio ai medici degli altri reparti. Intanto, si prosegue, in epoca di spending review e di carenza di personale medico oltre che nel settore dell’emergenza anche negli altri reparti, con i costosi turni aggiuntivi di medici di altre unità operative in pronto soccorso».
«I medici dell’intersindacale – conclude la nota – sono preoccupati per la mancanza di interlocutori a tutti i livelli, direttore generale già scaduto, struttura regionale del piano di rientro decapitata, ormai da mesi, e rammaricati per il silenzio del governo nazionale che continua a ignorare le reiterate richieste di nomina del Commissario ad acta per la sanità e gli appelli dei medici per tutelare il diritto di salute dei cittadini calabresi». (0020)
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