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Pezzi insiste: «Tallini abbia il coraggio di fare nomi e cognomi»

CATANZARO «Non riesco a comprendere cosa c’entro io con le spigole trasportate con aerei in zone montane, essendo completamente estraneo alla nota vicenda. È come voler addebitare a tutti i fi…

Pubblicato il: 11/09/2014 – 13:49
Pezzi insiste: «Tallini abbia il coraggio di fare nomi e cognomi»

CATANZARO «Non riesco a comprendere cosa c’entro io con le spigole trasportate con aerei in zone montane, essendo completamente estraneo alla nota vicenda. È come voler addebitare a tutti i finanzieri d’Italia gli errori di uno. Sarebbe come voler addebitare al Tallini i comportamenti illeciti, stando alle notizie stampa, di alcuni suoi colleghi consiglieri, per il solo fatto che riveste la stessa carica». Non si placa la polemica che da giorni vede protagonisti l’assessore regionale Domenico Tallini e il subcommissario alla Sanità, Luciano Pezzi. È proprio quest’ultimo a firmare l’ultimo, almeno per ora, affondo: «Non mi stupisce – scrive Pezzi – che Tallini abbia avuto in questa querelle tante attestazioni di solidarietà, stima e simpatia: sono venute da quelli come lui! Anche io ho avuto in questi giorni numerosissime esortazioni a procedere sulla mia strada, a non mollare la mia battaglia per la legalità: sono venute da quelli come me. E tra i due gruppi, geneticamente ed ontologicamente diversi, non vi può essere alcuna comunicazione». «È vero che Tallini ha sposato la causa delle case di cura private, ma solo di quelle degli amici suoi, che ha accompagnato personalmente nel mio ufficio. Ed ho ancora vivo nella mente – prosegue il subcommissario – il suo arrivo nello stesso ufficio, allorquando ho ritenuto di non poter derogare ai criteri generali di ripartizione dei budget per favorire gli amici suoi, con atteggiamento da picchiatore scamiciato in trasferta». Pezzi invita l’assessore regionale a rivolgersi alle autorità competenti: «Tallini abbia il coraggio di fare i nomi ed i cognomi di coloro che sarebbero stati beneficati dalla mia presunta parzialità ovvero abbia il coraggio di fare una denunzia alla Procura della Repubblica, i cui uffici peraltro lui conosce molto bene». «Infine voglio precisare a Tallini che il mio incarico non è a termine e quindi non necessita di proroga e quindi non ho bisogno di raccomandazioni. Io rimarrò in carica, salva diversa decisione del Governo, fino al termine del Piano di rientro. Io non sono come lui “imbullonato sulla sedia” (vds Corriere della Sera) e se lui non leggesse soltanto il Corriere dello Sport, avrebbe letto che per ben due volte ho rassegnato le dimissioni dall’incarico, propria per incompatibilità con quell’ambiente di cui lui è emblematico rappresentante. In entrambe le occasioni – conclude Pezzi – sono stato invitato a riprendere il mio posto ed io, per antico e radicato senso del dovere e dello Stato, ho accettato. Chiudo qui. Non risponderò più alle offese gratuite di Tallini».

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