BRUXELLES «Ora che è stato adottato l’accordo di partenariato con l’Italia, dobbiamo analizzare i programmi operativi nazionali (Pon) e quelli regionali (Por), per il via effettivo della programmazione. Per le politiche di coesione, attualmente mancano all’appello i programmi di Campania, Calabria e Sicilia, ultimi in assoluto in Ue assieme a un programma svedese». A parlare è Nicola De Michelis, della direzione generale della Commissione europea per le Politiche regionali.
Su 300 programmi operativi tra regionali e nazionali a livello Ue, infatti, una quarantina saranno adottati entro fine anno, un’altra sessantina saranno chiusi entro l’anno, mentre tutto il resto, fa sapere ancora De Michelis, «non sarà adottato prima della metà del 2015», con un ritardo nell’inizio della programmazione. Secondo quanto spiegato, una prima parte di programmi italiani (una decina in tutto) dovrebbero essere nel gruppo dei sessanta che saranno definiti a fine 2014, per essere poi adottati a inizio 2015.
«Ci sono preoccupazioni perché c’è il rischio – osserva, ancora, De Michelis – che a fine 2015 si chiuda definitivamente il periodo di programmazione» e che, dunque, queste tre regioni non siano in grado di dimostrare di aver speso tutti i fondi a loro disposizione, perdendoli.
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