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Arrestato un latitante vicino a “Luni” Mancuso

VIBO VALENTIA Un latitante di ‘ndrangheta, Nunzio Manuel Callà, di 28 anni, è stato arrestato a Spilinga dalle Squadre mobili di Vibo Valentia e Catanzaro. Insieme a Callà è stato arrestato per fav…

Pubblicato il: 13/11/2014 – 14:21
Arrestato un latitante vicino a “Luni” Mancuso

VIBO VALENTIA Un latitante di ‘ndrangheta, Nunzio Manuel Callà, di 28 anni, è stato arrestato a Spilinga dalle Squadre mobili di Vibo Valentia e Catanzaro. Insieme a Callà è stato arrestato per favoreggiamento un suo coetaneo, Bruno Pisano. Callà, accusato di essere legato al boss Pantaleone Mancuso, alias “Luni Scarpuni”, era latitante dal marzo del 2013 dopo essere sfuggito all’arresto nell’ambito dell’operazione “Gringia” contro il clan Patania. Il giovane, in particolare, è accusato di tentato omicidio ai danni di Francesco Scrugli, avvenuto nel febbraio del 2012 a Vibo Valentia, e di porto abusivo di arma da guerra, il tutto con l’aggravante delle modalità mafiose. Il ferimento di Scrugli s’inquadra, secondo quanto è emerso dalle indagini, nella faida tra il gruppo dei “Piscopisani”, di cui avrebbe fatto parte la vittima, ed i Patania, vicini alla cosca Mancuso. Nunzio Manuel Callà è stato sorpreso in un casolare nelle campagne di Spilinga dove si nascondeva insieme a Bruno Pisano. I due, nel momento in cui sono stati bloccati dagli agenti, stavano cucinando. Nel casolare gli agenti, nel corso della perquisizione che ha fatto seguito ai due arresti, hanno trovato bottiglie di champagne, confezioni di gamberoni e 9.500 euro in contanti. Nel nascondiglio c’erano anche documenti che gli agenti hanno definito «di estrema importanza investigativa» e sui quali sono in corso accertamenti.
«La situazione degli organici all’interno della Dda di Catanzaro è particolarmente difficile». Lo ha detto il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, nel corso della conferenza stampa convocata dopo l’arresto del latitante vibonese. «Al momento – ha aggiunto Bombardieri – abbiamo solo cinque sostituti procuratori che devono dividersi sette circondari, oltre al gup distrettuale. Una situazione, quindi, particolarmente difficile che quasi ci pone nell’impossibilità di far fronte a tutti questi impegni». Secondo il magistrato, «si sta effettuando un grandissimo sforzo in parte attenuato dalla collaborazione delle Procure ordinarie del Distretto, ma si capisce bene che la situazione è drammatica perché ci troviamo a combattere con armi spuntate sia per la vastità del territorio, che copre i due terzi della superficie e della popolazione calabrese, sia per il fatto che queste aree sono ad elevata valenza criminale. E la situazione non lascia esenti anche gli uffici gip e i tribunali. Cinque sostituti, quindi – ha concluso Bombardieri – non sono assolutamente sufficienti per gestire al meglio un’area così ampia».

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