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Le "dimenticanze" di Spirlì

LAMEZIA TERME Nino Spirlì, scrittore e autore televisivo, spedito nella sua Calabria con l’incarico di occuparsi dell’immagine e del settore culturale di Forza Italia, si presenta con una lunga int…

Pubblicato il: 13/11/2014 – 16:26
Le "dimenticanze" di Spirlì

LAMEZIA TERME Nino Spirlì, scrittore e autore televisivo, spedito nella sua Calabria con l’incarico di occuparsi dell’immagine e del settore culturale di Forza Italia, si presenta con una lunga intervista al più berlusconiano dei quotidiani: “Il Giornale”. Lo fa, inevitabilmente, spiegando che la politica che lui vuole si incarna in Wanda Ferro: «snella, svelta e leggera» e descrivendo Mario Oliverio come «chiuso nel palazzo a inciuciare, cercando quelle alleanze che la Calabria non vuole più».
Di Peppe Scopelliti non parla, anzi non parla neppure della legislatura interrotta così traumaticamente e del dissolvimento del “modello Reggio” con conseguente sfascio del centrodestra lacerato in più tronconi. Preferisce guardare avanti e invocare l’oblio sugli ultimi quattro anni di politica calabrese perché: «La gente si è scocciata del malaffare e lo combatte coraggiosamente. Il sud si è scocciato e il crimine organizzato ha vita difficile, tant’è vero che si è spostata al nord. Non c’è più il timore che regnava anni fa: oggi, per esempio, anche le casalinghe denunciano sui social network questo o quel problema che non va. E i cambiamenti nella mentalità vanno ben oltre».
È ben lieto, invece, di attaccare il ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta: «Aaaah, la silenziosa Lanzetta. C’è detto calabrese che fa al caso suo. Palumbu mutu non può essere servutu: la colomba muta non può essere servita. La Lanzetta non otterrà mai nulla per il semplice motivo che non parla. E non parla perché la sfida che le è stata assegnata è al di sopra delle sue capacità. Non abbiamo mai potuto incontrarla e discuterci: la Calabria non la vede e non la sente».
Richiamato dall’intervistatore a esporre le sue idee programmatiche, Spirlì non ha dubbi: «Per la tutela del patrimonio calabrese servono interventi mirati: la Calabria è la terra dei Bronzi, di Sibari e Crotone, ma anche la terra di Nik Spatari che negli anni Sessanta ha creato il Musaba, un museo a cielo aperto dove tutti gli artisti contemporanei espongono le loro opere. La Calabria non è ferma a 2000 anni fa, ma si proietta nell’avvenire». Giacché si trova dice la sua anche sui Bronzi: «Sono stato il primo in Calabria a dire che dovevano viaggiare per il mondo. Ma se una commissione di esperti dice che potrebbero esserne danneggiati, dobbiamo fidarci. Non c’è alcun preconcetto, sarebbe una sciocchezza gigantesca. Spiace che un grande amico dell’arte e del Sud come Sgarbi offenda un popolo solo per fare notizia».

red. pol.

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