Pur mancando ormai poche ore al triplice fischio, la partita elettorale per le elezioni regionali calabresi continua a giocarsi tra le iniziative di piazza e la raccolta del consenso porta a porta. Altrettanto importanti, però, sono gli spazi di confronto tra i vari candidati, come quello messo a disposizione dalla Tgr per una tribuna cui hanno partecipato i rappresentanti di quasi tutte le aree politiche in lizza per conquistare la maggiornaza dei seggi a Palazzo Campanella. Ad aprire il giro degli interventi, sollecitati dalle domande di Gennaro Cosentino, è stata Maria Corigliano, candidata con il centrosinistra nella lista “Oliverio Presidente”, che ha subito lanciato la promessa di mettere in campo, in caso di vittoria dell’ex presidente della Provincia di Cosenza, di una sorta di “bilancio sociale” da rendere pubblico annualmente per rendere partecipi i cittadini della gestione della Regione. Candidato a sostegno di Oliverio (nella lista “Democratici e progressisti”) è anche Giovanni Manoccio, ex sindaco di Acquaformosa, che ha infatti messo in evidenza la volontà di «portare in consiglio regionale il grido d’allarme dei territori». A partecipare alla tribuna c’era anche il presidente uscente del consiglio regionale, Francesco Talarico, «ottimista» sull’obiettivo dello schieramento Ncd-Udc (“Alternativa popolare”) di superare lo sbarramento dell’8% e «orgoglioso» delle riforme portate avanti nella consiliatura che si sta per concludere. Un parere, il suo, diametralmente opposto a quello di un altro ex democristiano doc come Mario Tassone (in rappresentanza di Cdu, che corre con Oliverio), che ha sottolineato la necessità, per il futuro governatore, di operare nella «discontinuità» rispetto al “modello Reggio” e di mettere in piedi una commissione d’inchiesta che indaghi su nomine e “carrozzoni”. Per Carlo Guccione (Pd) il chiodo fisso sembra invece essere quello della sanità, tanto da auspicare la fine della fase di commissariamento governativo e l’istituzione di una «centrale unica degli acquisti» che gestisca tutte le spese del settore. E se da una parte Daniele Morabito (M5S) ha puntato il dito contro la classe politica che ha guidato la Regione negli utlimi 15 anni – «hanno pensato solo a se stessi e i commissariamenti di sanità e rifiuti ne sono la prova» –, dall’altra Eva Catizone (“Autonomia e diritti”) ha parlato, in riferimento all’era Scopelliti, della «stagione peggiore di sempre». A risponderle è Jole Santelli (Forza Italia), cosentina come lei, cui spetta il non facile compito di difendere l’ex governatore. Più che altro, però, quella di Santelli più che una difesa è una controaccusa, riferita da un lato alla giunta Loiero, dall’altro a Oliverio che, in occasione delle ultime provinciali cosentine, avrebbe «utilizzato la sanità per scopi politici». Analoga attenzione, la leader calabrese di Fi, la dedica agli ex amici di Ncd e Udc: «L’unico centrodestra – ha ribadito – è rappresentato da Wanda Ferro, visto che gli altri hanno cercato di allearsi con la sinistra». Talarico, invece, guarda con fiducia al «primo esperimento di unione tra le liste dei due partiti» che fa della Calabria «un laboratorio politico nazionale».
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