COSENZA “Quando andavamo a trovarlo le sue condizioni peggioravano”. Così la moglie e i figli di Aldo Tavola hanno raccontato al giudice del tribunale di Cosenza lo stato in cui hanno trovato il marito e padre quando era detenuto nel carcere di Castrovillari. Tavola è deceduto il 26 giugno del 2012 nell’ospedale di Cosenza. L’uomo era stato trasferito all’Annunziata il 22 giugno per problemi neurologici. Nel processo sono imputati Francesco Montilli, responsabile dell’area sanitaria del carcere di Castrovillari; e i medici dell’Annunziata Furio Stancati, Angela Gallo; Domenico Scornaienghi; Ermanno Pisani; Carmen Gaudiano e Antonio Grossi.Tavola che era stato ricoverato per problemi neurologici e lamentava – emerge dalle denunce dei familiari – dolori alle gambe, è deceduto però per shock emorragico causato da un’ulcera perforante. Per l’accusa, i medici e il responsabile sanitario del carcere avrebbero sottovalutato la patologia lamentata dal paziente e riscontrata da alcuni esami endoscopici.
Secondo quanto riferito dai familiari di Tavola, sentii oggi, le condizioni dell’uomo sono peggiorate da quando è entrato in carcere fino al ricovero in ospedale. Lo vedevano – hanno detto in aula – durante i colloqui e le sue condizioni diventavano sempre più preoccupanti fino a ridurlo a ricorrere alla sedia a rotelle. Poi – hanno riferito ancora moglie e figli – lo hanno visto una sola volta quando è stato ricoverato nell’ospedale di Cosenza e quell’ultima volta prima di morire Tavola lamentava dolore alle gambe. Oltre ai familiari è stato sentito anche Fedele Rizzo, direttore del penitenziario di Castrovillari. Rizzo ha parlato dei trattamenti terapeutici fatti dal detenuto sia nel carcere che all’esterno. Tutti particolari appresi visionando la documentazione sanitaria perché Rizzo non ha avuto contatti diretti con il detenuto. Si torna in aula il 7 aprile per sentire il direttore del carcere di Cosenza e alcuni agenti che hanno gestito il piantonamento in ospedale e infine il comandante del reparto di polizia penitenziara.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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