La «trappola mortale» per Luca Bruni
COSENZA Le dichiarazioni di alcuni pentiti sono state fondamentali nelle indagini che oggi hanno portato al fermo di due presunti esponenti della ‘ndrangheta del Cosentino, Maurizio Rango, di 38 anni…

COSENZA Le dichiarazioni di alcuni pentiti sono state fondamentali nelle indagini che oggi hanno portato al fermo di due presunti esponenti della ‘ndrangheta del Cosentino, Maurizio Rango, di 38 anni, e Adolfo Foggetti (29). A stringere le manette ai polsi di Rango e Foggetti sono stati i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Cosenza, guidati dal tenente colonnello Vincenzo Franzese. I due sono accusati di concorso in omicidio, porto e detenzione di armi e occultamento di cadavere nei confronti di Luca Bruni, scomparso il 3 gennaio del 2012 e non più ritrovato. Per il delitto è ricercato anche Daniele Lamanna (40), mentre è indagato Franco Bruzzese (47), già detenuto per altri reati.
A rilevare agli inquirenti particolari rilevanti sulla fine di Luca Bruni, appartenente al clan dei “bella bella”, sono stati i collaboratori Mattia Pulicanò, Silvio Gioia, Edyta Aleksandra Kopaczynska (compagna del defunto Michele Bruni, fratello di Luca) ed Ernesto Foggetti.
IL RACCONTO DI ERNESTO FOGGETTI
In particolare, si sono rilevate interessanti quelle di Ernesto Foggetti perché – come emerge dal decreto di fermo – è stato proprio Ernesto Foggetti una delle ultime persone a vedere Luca Bruni prima che egli si recasse all’appuntamento da cui non ha fatto più ritorno. Ancor prima dell’inizio della collaborazione e cioè “quando Ernesto Foggetti ancora – scrivono gli investigatori – militava nelle fila della criminalità organizzata cosentina con un ruolo di primo piano nell’ambito della cosca Bruni, aveva già riferito di essersi incontrato con Luca Bruni nei pressi del cinema Garden di Rende, nel pomeriggio del 3 gennaio del 2012”. Il motivo di tale incontro, secondo Foggetti, era uno scambio di orologi da polso che Luca Bruni era intenzionato a effettuare con lui. A quell’incontro, come riferito dallo stesso Foggetti, lui si recò in compagnia di Giuseppe Muto che, però, sarebbe rimasto in disparte. In tale circostanza, quindi, Ernesto affermava di aver consegnato a Luca Bruni un orologio “Raymond Weil” in oro giallo e bianco e cinturino in cuoio. L’incontro sarebbe durato circa un quarto d’ora e, comunque, fino alle 17-17:05 circa, quando Foggetti si allontanava, su invito dello stesso Luca Bruni il quale precisava che si sarebbe soffermato ancora per fare “un’imbasciata”. Ma – precisano gli inquirenti – poiché all’epoca del verbale reso da Ernesto Foggetti, lo stesso ancora faceva parte della cosca, non fece i nomi delle persone che Bruni incontrò e cioè – è scritto nel provvedimento di fermo – suo cugino Adolfo Foggetti, Daniele Lamanna, Maurizio Rango, Franco Bruzzese e i “latitanti”, persone che Ernesto Foggetti chiamerà in causa nel corso del verbale di interrogatorio reso lo scorso 24 settembre, quando inizierà a collaborare con la giustizia. Nel corso di questo verbale egli ripercorrerà quanto aveva già riferito in sede di sommarie informazioni nel 2012 e aggiungerà in più di aver incontrato Luca Bruni il 3 gennaio del 2012; di aver appreso direttamente da Luca Bruni, l’identità delle persone con le quali lo stesso si sarebbe incontrato successivamente, cioè Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti.
Tornando all’incontro con Bruni è Ernesto Foggetti lo scorso settembre a riferire agli inquirenti – le indagini sono coordinate dalla Dda di Catanzaro – che Luca Bruni vivesse quell’incontro come una “trappola mortale”. Ecco che cosa riferisce: «Tornando all’incontro con Luca Bruni del 03 gennaio 2012, vi ho riferito come lo stesso fosse particolarmente agitato e ciò, sicuramente per il fatto che l’incontro a cui doveva partecipare era, in realtà, una “trappola mortale”. Tale espressione, ciò che egli fosse consapevole che stava recandosi a una “trappola” per lui letale è stata esternata esplicitamente da Luca tanto che, in tal senso, non riusciva a spiegarsi la “posizione di Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti su cui riponeva estrema fiducia. Anche se con tale consapevolezza, maturata altresì, da altri episodi immediatamente precedenti tra cui la mancata corresponsione degli introiti delle estorsioni nel periodo natalizio, nonché su “contrasti” con Maurizio Rango che avevano portato quest’ultimo a essere pubblicamente schiaffeggiato da Luca Bruni, quest’ultimo mi riferiva che si sarebbe recato, in ogni caso all’appuntamento perché egli era “un uomo d’onore” e, quindi mai si sarebbe sottratto dall’affrontare situazioni come quelle in cui si stava addentrando».
I RAPPORTI TRA LUCA BRUNI E I CLAN DEL COSENTINO
È sempre Ernesto Foggetti a chiarire i rapporti tra Luca Bruni e gli altri clan del Cosentino: «Che vi fossero “tensioni” tra Luca Bruni e personaggi appartenenti alle cosche “federate dei Lanzino e del gruppo degli zingari, contrapposti, in qualche modo, alla cosca Bruni di cui io facevo parte, lo avevo appreso dallo stesso Luca Bruni nei giorni precedenti, quando lo stesso mi esternava il fatto che “se lo stavano giocando per i soldi». Luca Bruni sempre se cercava di esternare sicurezza per evidenziare il suo ruolo delinquenziale, in realtà appariva estremamente preoccupato per questa situazione. Ricordo che nel corso di un incontro in un bar di Cosenza, avvenuto negli ultimi giorni del 2011, Luca, nell’esternarmi sempre queste preoccupazioni, mi chiedeva 1.000 euro proprio in considerazione che dalla “bacinella” comune delle cosche cosentine non erano arrivati a lui quanto gli spettava quale provento delle estorsioni nel periodo natalizio. Su ciò devo fare un inciso di mia conoscenza, proprio quale appartenente al gruppo dei “Bruni”. Le cosche Lanzino e degli “Zingari” avevano già deciso di chiudere ogni rapporto con noi Bruni tanto che per le estorsioni di Natale 2011 a noi, quindi non solo a Luca Bruni ma attraverso lui a tutti gli altri del “gruppo”, non era pervenuto nulla benché, come avevo appreso incontrando, nello stesso periodo, a Gennaro Presta, che era in possesso di una considerevole somma di denaro, lo stesso mi disse che «”avevano già chiuso i conti” a riguardo, desumendo, pertanto che nulla avremmo quindi avuto».
L’ULTIMO GIORNO DI LUCA BRUNI
Ernesto Foggetti descrive bene ogni momento dell’ultimo incontro con Luca Bruni: «Tornando all’ultimo mio incontro con Luca, ricordo, e ribadisco quanto a voi già detto, che lo stesso, mi abbracciava in modo “forte e deciso” e mi sussurrava in un orecchio che era l’ultima volta che si saremmo visti, probabilmente, ciò in quanto era consapevole che stava recandosi a un incontro che sicuramente sarebbe stato letale nei suoi confronti; come, poi, in effetti accaduto… Ho già detto che Michele Bruni non si fidava di nessuno e, tantomeno di Adolfo Foggetti. Luca Bruni, invece, sia di quest’ultimo e sia di Daniele Lamanna, fino alla sua scarcerazione ha avuto piena fiducia, benché io gli avessi esternato delle perplessità circa la fedeltà dei due nei suoi confronti».
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it