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Un raid misterioso e preoccupante

CATANZARO Cosa cercavano nei cassetti dell’assessorato ai Lavori pubblici gli ignoti che vi hanno fatto irruzione, mirando ad alcuni ben individuati fascicoli e agli hard-disk di altrettanto ben in…

Pubblicato il: 03/12/2014 – 15:56
Un raid misterioso e preoccupante

CATANZARO Cosa cercavano nei cassetti dell’assessorato ai Lavori pubblici gli ignoti che vi hanno fatto irruzione, mirando ad alcuni ben individuati fascicoli e agli hard-disk di altrettanto ben individuati computer? Di certo non lo sappiamo ma altrettanto certamente sappiamo che quel che cercavano lo hanno trovato.

In periodo di crisi è possibile imbattersi in ladri costretti dal bisogno ad assaltare anche la cassetta delle offerte nella più piccola chiesa di periferia, quel che appare meno possibile è che per lucro ci si avventuri a sfondare le porte degli uffici di un assessorato regionale.

Certe cose si fanno per disperazione. O forse è proprio la disperazione, ma non per i morsi della crisi economica, a spingere alcuni ben informati “ladri” di hard disk a penetrare dentro l’assessorato regionale ai Lavori pubblici?

Il dubbio, più che lecito, appare, di questi tempi, addirittura doveroso. Magari tra qualche mese scopriremo che qualche atto, qualche carta, qualche fattura, quando verrà richiesto, magari dall’autorità giudiziaria o da chi verrà dopo l’attuale gestione politica non si troverà. Ovviamente la colpa sarà degli “incursori” ignoti che sono scappati via con scartoffie e hard disk. «Quanto successo – è il commento del governatore in pectore Mario Oliverio – è grave e inquietante. Mi auguro che si faccia piena luce sull’accaduto».

E infatti quello che possiamo già oggi possiamo fare, però, e chiedere conto. Insomma, è possibile, con estrema facilità, attaccare un ufficio regionale che si occupa di materie anche delicate, svuotarne i cassetti, manipolarne i documenti e portar via anche la memoria informati? 

Non è possibile. E infatti, accedendo agli atti in qualche modo fruibili, scopriamo che «il settore Provveditorato economato, oltre all’acquisizione di beni, forniture e servizi necessari per l’espletamento delle proprie funzioni, provvede anche alla sorveglianza degli uffici regionali».

Finalmente una buona notizia. La vigilanza e la videosorveglianza sono una cosa maledettamente seria, guai a farsela mancare anche per un giorno solo. E infatti, scopriamo che il settore Provveditorato della Regione in tempi recenti è stato solertissimo in materia: «Atteso che il contratto stipulato con l’Istituto di vigilanza notturna e diurna era prossimo alla scadenza, si rimetteva alla competente Stazione unica appaltante l’espletamento della procedura di gara per l’affidamento del predetto servizio, stante il valore della stessa superiore alla soglia comunitaria».

E quando la Stazione appaltante ha attestato «l’impossibilità di espletare la gara de quo per carenza di personale», il Provveditorato, «al fine di garantire senza soluzione di continuità l’erogazione del servizio di sorveglianza, nelle more dell’espletamento della procedura di evidenza pubblica e fino alla stipula di nuovo contratto», ha autorizzato «il succitato istituto di vigilanza alla prosecuzione del servizio alle medesime condizioni contrattuali».

Uno scherzetto costato circa 85mila euro al mese ai contribuenti calabresi. Giusto così! La sicurezza non ha prezzo ed infatti il capitolo di spesa per la videosorveglianza e vigilanza «diurna e notturna» presenta, anche dopo il taglio del 20% imposto dallo spending review, una copertura annuale «fino alla concorrenza della somma di € 1.250.000».

Peccato che tutto questo non abbia impedito a “qualcuno” di penetrare (nottetempo?) negli uffici dell’assessorato regionale ai lavori pubblici, fare i propri comodi e, indisturbato, allontanarsi (con il malloppo?). 

pa. po.

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