ROMA C’è un altro Matteo, dopo Renzi, che è pronto a fare fortune in Calabria. È Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che si appresta a mollare gli ormeggi e lanciare in mare aperto un nuovo movimento nel Mezzogiorno. Guai a chiamarla “Lega del Sud”. Quella è un’altra cosa, rimanda all’idea di Umberto Bossi che non ha avuto molta fortuna. La formazione che sta per nascere dovrebbe contenere nel simbolo il nome dello stesso Salvini. Il giovane leader del Carroccio vuole incunearsi nello spazio lasciato libero da Forza Italia e da un Nuovo centrodestra sempre più schiacciato su posizioni renziane.
E così Salvini conquista simpatie (anche consensi?) parlando di identità popolare ma soprattutto della piovra di Bruxelles, dell’euro che divora l’economia delle famiglie e di cui liberarsi, degli immigrati che continuano a sbarcare sulle coste siciliane e calabresi. «In Calabria – spiega Salvini – partiremo da facce nuove. Non mi interessa fare la “ricicleria” dei vecchi politici. Scopelliti o altri consiglieri regionali con noi? Lui non l’ho sentito e comunque preferisco ripartire dal nuovo». E il nuovo in questa regione porta per esempio il nome del lametino Domenico Furgiuele, 31 anni, imprenditore, che militava nella Destra di Storace e ora guida il Movimento Territorio e Libertà (alle ultime Europee il candidato Marco Cristiano ha preso in città 800 voti). «Con Matteo Salvini – ha raccontato recentemente alla Stampa – c’è un sentimento di fratellanza: lui è una persona genuina, vera. Quando è venuto a Lamezia per le Europee, alla fine della cena si è alzato e ha pagato di tasca sua. Cosa che Storace non faceva mai. A Milano avevamo timore di aprire il nostro striscione con la scritta “Calabria con Salvini”. Quando lo abbiamo aperto c’è stata un’ovazione. Ormai meridionali e settentrionali hanno gli stessi obiettivi contro l’immigrazione e l’euro».
Salvini, che la prossima settimana dovrebbe presentare ufficialmente la nuova creatura, pronostica grandi cose sulla Calabria: «Ho ricevuto già centinaia di richieste di adesione. È evidente che noi offriamo una seria alternativa al modello imperante in questo momento e ci candidiamo a offrire risposte serie alla gente che abita queste terra». Le richieste di adesione si trovano sul tavolo di Raffaele Volpi, il delegato del Carroccio per i rapporti extrapadani.
E chissà che la sfida di un movimento autonomista, lanciata e poi arenatasi senza grande successo da ex governatori del calibro di Lombardo e Loiero, non possa realizzarsi grazie all’apporto del giovane rottamatore del Senatur.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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