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A Lamezia nasce l'Istituto religioso dei "Missionari della Via"

LAMEZIA TERME La comunità religiosa lametina dei “Missionari della Via” e delle “Missionarie della Via”, nata nel 2009 con l’approvazione diocesana del vescovo Luigi Antonio Cantafora, è diventata …

Pubblicato il: 02/01/2015 – 11:59
A Lamezia nasce l'Istituto religioso dei "Missionari della Via"

LAMEZIA TERME La comunità religiosa lametina dei “Missionari della Via” e delle “Missionarie della Via”, nata nel 2009 con l’approvazione diocesana del vescovo Luigi Antonio Cantafora, è diventata Istituto religioso. Sempre il presule ne ha, infatti, riconosciuto l’ispirazione “divina”, approvandone definitivamente le “Costituzioni”. La comunità è composta da frati e suore: vivono la stessa regola con governi propri e in abitazioni distinte, condividendo alcuni momenti di preghiera e di missione, ispirandosi alla vita della prima comunità cristiana e ai primi missionari apostolici, «evangelizzatori poveri e itineranti».
La comunità è nata dalla «risposta alla chiamata» di tre religiosi: fra’ Faustino, fra’ Umile e suor Chiara, che tuttavia preferiscono definirsi «iniziatori», non fondatori. Provenienti da diverse parti d’Italia, inizialmente hanno vissuto insieme ad altri un’esperienza di fede comune, ma nel tempo hanno sposato un’idea di povertà più radicale. Dopo il confronto ripetuto con i vescovi nelle vesti di padri spirituali, i religiosi hanno iniziato a condividere la prima forma di vita evangelica nella diocesi lametina, coltivando la loro amicizia e il loro cammino, dedicandosi alla preghiera, al lavoro e all’evangelizzazione, «senza avere – hanno raccontato – né l’idea e né la volontà di iniziare qualcosa di nuovo, perché l’unica regola era quella del Vangelo».
«Uniti dall’amore per la Verità, partecipi di un grande dolore per il relativismo dei nostri giorni e per tutte le forme in cui la verità fa spazio alla menzogna», i “Missionari” hanno avviato un pellegrinaggio per comprendere meglio la loro vocazione, percorrendo a piedi e senza nulla vari santuari mariani dell’Europa, dove hanno sentito il richiamo alla nuova evangelizzazione. Un cammino all’insegna della verità e della semplicità, ma anche della carità cristiana. Proprio all’insegna di questi precetti, la fraternita fin dalla nascita si è impegnata a raggiungere ogni posto, soprattutto le «periferie esistenziali», dedicandosi a missioni di primo annunzio per le strade, con particolare attenzione ai luoghi più disagiati e poveri e a quelli che chiamano i “nuovi pozzi” (spiagge, centri commerciali) «dove – hanno spiegato – si può intercettare la sete di senso di tanti. Motore forrte del progetto, è la vita comunitaria, la cui spiritualità è riassunta nel motto neo-benedettino “Orare, laborare et evangelium predicare”, che significa: “pregare, lavorare ed evangelizzare”.
La giornata infatti è scandita da momenti di preghiera, e prevede inoltre tempi di lavoro, di studio e di missione. La comunità al suo interno vive uno stile di vita realmente povero senza circolo di denaro. Oltre ai tre voti di obbedienza, povertà e castità, i missionari e missionarie della Via hanno un particolare quarto voto sulla verità, chiamato “conformazione a Cristo verità”, che si delinea in due aspetti ben precisi: essere cristiani autentici, senza le maschere dell’ipocrisia, e difendere e diffondere la Verità, ossia la persona di Gesù. Alla missione dei consacrati si va affiancando con sempre maggior intensità quella dei laici della comunità, ossia una “famiglia di famiglie”che vive la spiritualità dei Missionari della Via nel proprio quotidiano, sull’esempio della prima comunità cristiana descritta negli Atti. Perciò i laici della comunità, fanno sapere i religiosi, «partecipano con impegno ai momenti di preghiera, di formazione e alle missioni di evangelizzazione secondo le possibilità particolari di ogni fratello e sorella, ma soprattutto condividono il bisogno di vivere un cristianesimo autentico, nella verità, per poter essere annunciatori-testimoni del Regno. Partendo dalla famiglia e coinvolgendo così i giovani, si testimonia insieme la bellezza del Vangelo. I consacrati definiscono tutti i membri laici come missionari, perché tutti i cristiani sono chiamati – continuano – a “uscire fuori”: la nuova evangelizzazione ci ricorda infatti che tutti dobbiamo vivere da risorti e portare un gioioso annuncio nel nostro quotidiano, dove, uniti sacramentalmente e intimamente a Cristo, si può essere sale che dà sapore e speranza che rinvigorisce il cuore di tanti che, senza saperlo – concludono – cercano Dio».

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