LAMEZIA TERME In Transatlantico i diretti interessati assicurano che non siamo di fronte alla nascita di nuove correnti. Di più, giurano che sulle operazioni che hanno visto la luce negli ultimi giorni ci sarebbe il beneplacito di Matteo Renzi. E allora, eccole le due nuove pattuglie dem concorrenti tra loro ma alleate nell’obiettivo finale: arginare le minoranze di sinistra (Cuperlo-Civati) e quelle più moderate a trazione lettiana, franceschiniana e bindiana. Sterilizzare la corrente bersanian-dalemiana e regalare al premier nuove pedine su cui fare affidamento in vista dei futuri appuntamenti in Parlamento e sui territori.
Cene e incontri, corteggiamenti e pressioni. Qualcuno ha già ceduto alle avances, altri potrebbero farlo di qui a breve. All’ombra del Nazareno sono iniziate le grandi manovre di riposizionamento. Da una parte i “catto-renziani” di Delrio, Richetti, Fioroni e Guerini. Dall’altra i renziani “ortodossi” la cui regia è affidata a Luca Lotti, Maria Elena Boschi, Francesco Bonifazi ed Ernesto Carbone.
Il battesimo della pattuglia che fa capo a Delrio e Guerini è previsto il 17-19 aprile a Frascati. «È indispensabile uno sforzo quotidiano di mobilitazione interna – si legge nel testo messo a punto dei “catto-renziani” – fondato sul confronto libero e trasparente delle idee». I contatti sono già partiti, e al progetto in Calabria dovrebbero aderire il presidente del consiglio regionale Tonino Scalzo e l’ex ministro Maria Carmela Lanzetta. Il primo per essere notoriamente vicino alle posizioni di Fioroni e di Guerini, la seconda perché vanta un robusto feeling politico con Delrio. In ogni caso, c’è molta Dc nel Dna di questa fazione. Non è un caso che dopo le prime indiscrezioni circolate, i veltroniani (Marco Minniti può essere ancora definito tale?) si siano affrettati a smentire ogni ipotesi di avvicinamento al progetto.
Con gli “ortodossi”, invece, ci sono i parlamentari Ernesto Magorno e Stefania Covello (fedelissimi di Lotti). E ancora gli ex Sel Ferdinando Aiello e Giuseppe Giudiceandrea e moderati del calibro di Mimmo Battaglia.
AreaDem di Franceschini è alla ricerca di una nuova collocazione nel quadro mutato. Il plenipotenziario del ministro Ettore Rosato si mantiene nel mezzo e con lui fanno squadra Nicodemo Oliverio, Mimmo Bevacqua e Franco Laratta. I tre vorrebbero continuare a mantenere una loro identità, vicina sì ma distinta da quella dei renziani duri e puri.
Poi ci sono gli “autonomi”, una peculiarità tutta calabrese. Dove per “autonomi” si intende un gruppo di dirigenti di primo piano del Pd calabrese che il filo diretto vuole mantenerlo direttamente con il segretario-premier senza farsi ingabbiare dallo schema delle correnti. E in quest’area, che ha il suo baricentro a Reggio Calabria, trovano posto Demetrio Battaglia, Giuseppe Falcomatà, Nicola Irto, Demetrio Naccari Carlizzi e Peppe Neri oltre al catanzarese Arturo Bova e al cosentino Giuseppe Aieta.
Di certo c’è che da oggi la galassia renziana è ancora più complessa da decifrare.
an. ri.
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