REGGIO CALABRIA Esce dal carcere per motivi sanitari Antonio Lavilla, arrestato nel dicembre scorso nell’ambito dell’operazione “Il Padrino” perché considerato dai pm della Dda reggina uno dei reggenti del potente clan Tegano. Su istanza del suo legale, l’avvocato Lorenzo Gatto, il Tribunale della Libertà presieduto da Filippo Leonardo, con a latere Valentina Fabiani e Maria Cecilia Vitolla, ha disposto il ricovero ospedaliero provvisorio presso il policlinico di Catania. Una vittoria per la difesa che dopo una lunga battaglia, strappa un provvedimento favorevole che difficilmente viene adottato, quanto meno in questa fase, ma che a detta del legale si spiega alla luce dele condizioni di salute del detenuto.
Arrestato mentre era ricoverato in una struttura sanitaria all’indomani di un intervento chirurgico, Lavilla è stato raggiunto in carcere da una diagnosi infausta, che evidenziava l’insorgere di una patologia generalmente considerata incompatibile con la detenzione. Circostanze messe a conoscenza del gip Domenico Santoro, che tuttavia, all’esito della consulenza del proprio perito, il dottor Di Mizio, aveva rigettato la richiesta di scarcerazione presentata dall’avvocato Gatto, confermando il carcere per Lavilla. Una decisione contestata dalla difesa, che sulla base della perizia del direttore del reparto di Radiologia dei Riuniti, il dottor Said Al Sayyad, ha appellato la decisione del gip, «adagiata – si esponeva nei motivi – de plano sulla perizia incongruente e parziale» del suo consulente, senza considerare quanto invece esibito dalla difesa.
Argomentazioni che sembrano aver convinto il Tribunale della Libertà, che ha ordinato l’immediato ricovero ospedaliero temporaneo di Lavilla presso il policlinico di Catania. Condannato a cinque anni e sei mesi per intestazione fittizia aggravata dalle modalità mafiose nell’ambito dell’operazione “Archi Astrea”, che ne ha disegnato il ruolo nella strategia degli arcoti mirata a colonizzare la municipalizzata Multiservizi, nel dicembre scorso Lavilla è stato colpito da una nuova ordinanza di custodia cautelare. Genero di Giovanni Tegano per averne sposato la figlia – l’uomo, insieme agli altri tre generi del boss, Michele Crudo, Carmine Polimeni, Edmondo Branca, sarebbe stato chiamato a svolgere il ruolo di reggente del clan già dai tempi della latitanza del mammasantissima.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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