ROMA È scattata stamattina un’operazione della polizia con diversi arresti nei confronti di esponenti della criminalità calabrese. Nell’attività, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e tuttora in corso, sono impegnati numerosi agenti. Gli arresti della polizia riguardano esponenti della famiglia Crea, originari dell’alto Jonio reggino e in particolare di Stilo, in provincia di Reggio Calabria. Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione abusiva di armi e accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, tutti aggravati dal concorso esterno in associazione mafiosa per aver agevolato l’operatività della ‘ndrangheta, con articolazioni territoriali in Calabria e nella provincia di Roma per il controllo delle attività illecite sul territorio. Il gruppo criminale gestiva diverse attività commerciali nel quartiere romano di Primavalle e si era inserito nel tessuto economico, commerciale e sociale del quartiere, imponendo la propria presenza nel territorio.
In manette sono finiti Enrico Rocco Crea, Massimiliano Crea, Mario Crea, Mirko Bava, Marco Pisani, Sebastiano Cossu e Valter Mancini. Tra gli arrestati c’è anche un poliziotto in servizio presso la Squadra Mobile. A quanto reso noto, l’agente è ritenuto responsabile di essersi introdotto nel sistema d’indagine Interforze SDI, «con abuso dei poteri ed in violazione ai doveri inerenti il servizio», per raccogliere informazioni sulle indagini a carico dei soggetti coinvolti.
I membri della famiglia Crea avrebbero dato disposizioni ‘operative’ anche dal carcere. Gli investigatori hanno acquisito le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Gianni Cretarola, esecutore materiale dell’omicidio di Vincenzo Femia, che avrebbe riferito, con dovizia di particolari, la struttura criminale dei Crea e i collegamenti operativi con altre organizzazioni presenti nella Capitale. Sarebbe emerso così che Enrico Rocco Crea, tra gli arrestati di oggi, nel corso dei colloqui in carcere le disposizioni esecutive agli affiliati.
Il territorio di Stilo è stato già teatro nel recente passato di violente faide tra famiglie di ‘ndrangheta e, da ultimo, della nota “faida dei boschi” che ha mietuto diverse decine di morti ammazzati tra i clan contrapposti. Proprio l’elevata ostilità tra le famiglie di ‘ndrangheta operanti nel centro di Stilo ha determinato, alcuni anni orsono, alcuni membri della famiglia Crea a trovare spazio fuori dalla Calabria. In primis i fratelli Adolfo e Aldo Cosimo Crea, cugini degli arrestati, i quali fuggiti dalla guerra di mafia contro i Gallace-Novella che li stava vedendo soccombere, si stabilirono a Torino all’inizio degli anni 2000 per poi essere arrestati il successivo 8 giugno 2011 per il reato di associazione di tipo mafioso, nel corso dell’operazione “Minotauro”.
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