CATANZARO «Sto constatando l’ennesimo disastro perché il nostro è un territorio martoriato dal dissesto idrogeologico e Oriolo è solo la punta dell’iceberg». A dirlo è stato il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, che stamani ha compiuto un sopralluogo a Oriolo dove sei frane stanno provocando ingenti danni e l’evacuazione di decine di persone. «Bisogna cambiare registro – ha aggiunto Oliverio – e andare verso una cultura della manutenzione e della tutela del territorio. Il nostro intento è mettere a punto un piano di difesa del suolo e cambiare approccio».
Il governatore ha poi annunciato che chiederà lo stato di calamità e che martedì, nella riunione di giunta, saranno stanziati 500mila euro per il territorio di Oriolo e far fronte all’emergenza.
IL VERTICE
Oliverio è stato ricevuto dal sindaco Giorgio Bonamassa e ha partecipato a una riunione tecnica al municipio, nel corso della quale Carlo Tansi, geologo del Cnr, che sta monitorando l’andamento del fenomeno franoso, ha illustrato il quadro attuale e ha quindi effettuato un lungo sopralluogo nei luoghi colpiti.
Presenti nella sala consiliare del Comune i sindaci del territorio, i funzionari della Protezione civile, la comunità di Oriolo, dagli amministratori locali il presidente della Regione, accompagnato dai responsabili delle strutture regionali competenti, ha avuto i dettagli della grave situazione.
«Esprimo la solidarietà – ha detto Oliverio – la presenza attiva e il pieno sostegno della Regione rispetto a una situazione che già Oriolo ha conosciuto nel passato e che, oggi, si ripresenta. Al sindaco e agli abitanti dico che non devono sentirsi soli. Martedì, nella prossima riunione di giunta, assumeremo provvedimenti per fronteggiare la situazione e le urgenze determinatesi. La fragilità del territorio calabrese è nota e su questa occorre intervenire. Nella giornata di ieri ho sentito telefonicamente Erasmo D’Angelis, capo di #italiasicura, la struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico, e abbiamo concordato un incontro nella prossima settimana. Lavoreremo per mettere a punto un progetto di sistemazione idrogeologica e di messa in sicurezza del territorio».
«Procedendo alla riduzione del numero dei dipartimenti della Regione – ha proseguito Oliverio – abbiamo voluto una sola unità autonoma che è quella per la protezione del suolo e dai rischi. La struttura è funzionale alla messa a punto di una strategia unitaria, che utilizzerà risorse comunitarie e dello Stato. Il passato è stato caratterizzato da una totale assenza di manutenzione del territorio. È oggi urgente recuperare una cultura della cura e della manutenzione e non agire sulle sole emergenze e sui disastri. Il nostro impegno è quello di mettere a punto un programma strategico che consideri la situazione comprensorio per comprensorio, bacino per bacino. Nell’ambito di questa strategia i comuni dovranno diventare avamposti ai quali dare potere e risorse per far fronte alle emergenze».
Oliverio ha richiesto al sindaco Bonamassa una relazione dettagliata con il censimento dei danni, anche in vista della richiesta al governo della dichiarazione dello stato di calamità. Il presidente ha inoltre voluto ringraziare gli uomini della Protezione civile impegnati a Oriolo, così come i volontari, cogliendo l’occasione per annunciare una riorganizzazione del sistema della protezione civile che vedrà proprio nel volontariato un pilastro. «È necessario – ha sostenuto Oliverio – un cambio di approccio ma anche l’affermazione di una nuova cultura rispetto ai problemi del territorio e del suo uso. Procederemo all’aggiornamento del Pai, il Piano di assetto idrogeologico, e chiameremo i sindaci e gli amministratori locali ad assumere strumenti urbanistici rigorosi e pienamente rispettosi dei vincoli che in particolare sulle condizioni geologiche di rischio non possono trovare deroghe e impostazioni permissive».
ABITANTI IN LACRIME: «SIAMO ROVINATI»
«Abbiamo bisogno di interventi immediati perché siamo rovinati». Parla con le lacrime agli occhi uno degli abitanti di Oriolo che ha dovuto abbandonare la propria abitazione a causa delle frane che nei giorni scorsi hanno colpito il paese lasciando isolate alcune contrade. «Speriamo – aggiunge – che le istituzioni si impegnino perché la situazione è grave. È da 50 anni che la manutenzione della condotta che arriva al serbatoio viene fatta dalla Cassa del Mezzogiorno solo con interventi di rattoppo e oggi ci troviamo con questo disastro. La colpa non è della natura, ma della mano dell’uomo».
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