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Il pentito: «Il fratello del sondaggista di Berlusconi voleva il mio aiuto»

MILANO Ambrogio Crespi, fratello di Luigi Crespi, l’ex sondaggista di Silvio Berlusconi, «mi chiese aiuto per la campagna elettorale del partito di Bobo Craxi» tra il 2005 e il 2006. Lo ha sostenut…

Pubblicato il: 08/04/2015 – 14:20
Il pentito: «Il fratello del sondaggista di Berlusconi voleva il mio aiuto»

MILANO Ambrogio Crespi, fratello di Luigi Crespi, l’ex sondaggista di Silvio Berlusconi, «mi chiese aiuto per la campagna elettorale del partito di Bobo Craxi» tra il 2005 e il 2006. Lo ha sostenuto in aula il collaboratore di giustizia Luigi Cicalese, ascoltato come teste nel processo a carico di Ambrogio Crespi, dell’ex assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti e di altre persone coinvolte in un’inchiesta della Dda di Milano sull’infiltrazione della ‘ndrangheta in Lombardia.

Secondo quanto emerge dalle dichiarazioni di Cicalese (già raccolte dal pm nel corso delle indagini), Ambrogio Crespi, nel 2006 candidato sindaco a Milano per i socialisti liberaldemocratici di Bobo Craxi, si sarebbe quindi rivolto al presunto affiliato alla ‘ndrangheta per ottenere sostegno nella corsa a Palazzo Marino. «Mi aveva chiesto di attaccare manifesti elettorali per Bobo Craxi – ha spiegato il collaboratore di giustizia – ma mi sono rifiutato perché non mi sono mai interessato di queste cose. Mi sono limitato a diffondere il suo nome – ha proseguito –, in primo luogo verso i miei familiari in Calabria».

Rispondendo alle domande del pm Giuseppe D’Amico, Cicalese si è quindi soffermato sui suoi rapporti con i fratelli Crespi, per i quali avrebbe svolto «alcuni lavori di ristrutturazione» a Milano.

Secondo l’accusa Crespi, utilizzando anche Cicalese come tramite, in occasione delle elezioni regionali del 2010 avrebbe procurato preferenze a favore di Zambetti, accusato di voto di scambio con la ‘ndrangheta.

 

CRESPI: SMENTITO DAI FATTI

«Leggo con estremo stupore il mio nome in un’agenzia Ansa ampiamente ripresa dai quotidiani online relativamente a delle deliranti dichiarazione di un pentito nell’ambito del processo sul caso Zambetti a Milano. Faccio presente che tali dichiarazioni risalgono al 2006 e sono state rilasciate durante un’inchiesta denominata “Metallica” e all’epoca vagliate dagli inquirenti e per le quali né io, né mio fratello siamo stati indagati e nemmeno sentiti per essere informati sui fatti». È quanto dichiara Luigi Crespi. «Nel 2011 – continua – tali dichiarazioni sono state riprese nel procedimento Zambetti e anche in questa occasione non sono state utilizzate contro di me. Oggi durante l’udienza è stato ascoltato il pentito Luigi Cicalese, persona tra l’altro che ho conosciuto in qualità di muratore-imbianchino che effettuava lavori di ristrutturazione presso il mio ufficio, e non certamente come membro affiliato di cosche mafiose, le cui dichiarazione sono state ampiamente vagliate e sottoposte a verifica nel contro-interrogatorio dall’avvocato Elia, difensore di Ambrogio. Non esiste quindi alcun mio coinvolgimento diretto o indiretto in tale procedimento. Inoltre per quanto concerne la vicenda di mio fratello ormai maturata nella sua surreale dinamica, basti pensare che il pentito in oggetto all’epoca dei fatti imputati era in carcere e che la presenuta richiesta di voti che avremmo fatto per conto di Bobo Craxi è oggettivamente inestistente in quanto Craxi si è candidato per le politiche 2006 non a Milano ma Mantova nell’Ulivo».

«Queste – conclude Crespi – sono solo due delle circostanze oggettive che sono state oggi portate in udienza e che l’Ansa non riporta con completezza. Aggiungo che è necessaria molta attenzione e rispetto in queste situazioni soprattutto quando il processo è in corso e che nel suo percorso in questi mesi ha dato evidenze chiare e precise. Attiverò ogni misura utile e necessaria per difendere me e la mia famiglia da ogni falsificazioni o semplificazioni di sorta. Mi auguro che la magistratura giudicante possa mettere presto fine a questa vicenda che a tratti risulta paradossale».

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