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Gli Arena, Dell’Utri e Mafia capitale, la rete di Mokbel

LAMEZIA TERME Di personaggi che hanno incrociato la ‘ndrangheta, nelle loro più o meno gloriose apparizioni nelle cronache giudiziarie, le informative di “Mafia capitale” ne sfornano sempre nuovi. …

Pubblicato il: 08/06/2015 – 16:09
Gli Arena, Dell’Utri e Mafia capitale, la rete di Mokbel

LAMEZIA TERME Di personaggi che hanno incrociato la ‘ndrangheta, nelle loro più o meno gloriose apparizioni nelle cronache giudiziarie, le informative di “Mafia capitale” ne sfornano sempre nuovi. Se l’ombra della cosca Mancuso compare come uno spettro minaccioso alle spalle della campagna elettorale europea di Gianni Alemanno, c’è un altro “attore” che ha qualche vecchio trascorso con le cosche calabresi. I carabinieri del Ros gli dedicano un intero capitolo dell’informativa che spazia tra politica e associazioni criminali. Difficile riservargli un trattamento diverso: Gennaro Mokbel ha spesso avuto un ruolo di primo piano negli intrighi capitolini che si snodano a cavallo tra alta finanza e malavita. E si è affacciato anche in una storia di ‘ndrangheta che risale a qualche anno fa. L’inchiesta portava dritto a una gigantesca rete di riciclaggio di denaro sporco con ramificazioni nazionali per un ammontare complessivo di circa due miliardi di euro e 400 milioni di Iva evasa (era l’ipotesi dell’accusa). E l’indagine sfiorava un senatore del Pdl, Nicola Di Girolamo, e la cosca degli Arena (accusata di aver compilato schede elettorali false per farlo eleggere). C’erano anche, sullo sfondo ma non troppo, gli stretti legami che Mokbel aveva con il clan di Isola Capo Rizzuto. Legami sanciti da foto e intercettazioni ambientali. Proprio agli Arena Mokbel si rivolge per chiedere un aiuto elettorale, mentre la cosca spera di ottenere in cambio protezione politica e aiuto finanziario, lo stretto indispensabile per fare un definitivo salto di qualità.
È quell’inchiesta – Broker, ndr – che «delinea interessi economico/criminali» capaci di mettere in relazione Massimo Carminati, figura centrale di “Mafia capitale” e il “finanziere nero”, legatissimo alla destra extraparlamentare romana.
Personaggio poliedrico, capace di spaziare tra il clan Arena e personaggi ben più altolocati, come i fratelli Dell’Utri. L’informativa del Ros documenta incontri in diversi ristoranti, incontri che si intensificano proprio nella fase più controversa della latitanza dell’ex senatore del Pdl Marcello, conclusa il 13 giugno 2014 con il rientro in Italia dal Libano. Mokbel, in quelle ore, si dimostra «particolarmente interessato alla notizia abbinando alla consultazione dei siti di informazione alcune ricerche sul web relative allo stato africano della Guinea e dell’arcipelago delle isole Bijagos. Proprio quest’ultimo dato appare singolare, sia perché proprio quell’area geografica era indicata tra quelle considerate “rifugio sicuro” da Marcello Dell’Utri».
È, però, l’operazione “Broker” a tracciare il quadro delle frequentazioni del faccendiere. E torna, in questo contesto, il rapporto con Aurelio Gionta. Era lui, «Ciccione» a organizzare i viaggi, in volo privato da Ciampino destinazione Crotone, che, secondo gli inquirenti, servivano a consolidare il ponte tra il gruppo Mokbel-Di Girolamo e il clan Arena. Tre voli per una sola campagna elettorale, messi in volo dallo stesso uomo, Gionta, che Mokbel continua a incontrare assieme al fratello di Dell’Utri, Alberto. Gli incroci, come dicevamo, non mancano.
E sono ancora più espliciti se, passando da Mokbel a Carminati, si analizza il rapporto con i Mancuso di Limbadi, «capaci di sviluppare, alternativamente, i propri interessi sia sul territorio calabrese, sia su quello capitolino». Il primo è legato alla “Cooperativa 29 giugno”, di Salvatore Buzzi, il cui ruolo nella gestione del Cara di Cropani Marina («tramite la società Alemia») era già emerso nella prima tranche di “Mafia capitale” – la coop si era aggiudicata un appalto per lo stanziamento complessivo di circa 1,3 milioni di euro. Il secondo ambito è, invece, legato alla “Santo Stefano società cooperativa sociale Arl onlus”, che aveva ottenuto in subappalto dalla “29 giugno” la gestione dei lavori di pulizia presso il mercato dell’Esquilino e sarebbe una delle cerniere attraverso le quali si svilupperebbero «gli interessi della ‘ndrangheta su Roma».

 

p. p. p.

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