LAINO BORGO C’è ancora un gigantesco “se”, ma anche un cronoprogramma di massima per la riapertura parziale del viadotto Italia e il ritorno (anch’esso parziale) della Calabria in Italia. Prima, però, il gigantesco “se”: il procuratore generale di Catanzaro, Raffaele Mazzotta, ha dichiarato ai microfoni di Radio1 – “La radio ne parla” ha dedicato una puntata speciale al caso del viadotto crollato – che martedì prossimo, a Castrovillari, incontrerà i magistrati della Procura del Pollino e i tecnici incaricati di valutare il piano dell’Anas per la messa in sicurezza. A quel punto potrà sciogliere le riserve e decidere per il dissequestro della struttura. Se tutto andrà per il meglio, l’intervento dell’Anas potrà snodarsi nei tempi previsti dal suo presidente Gianni Armani: «Se la Procura dirà di sì, entro 40-45 giorni saremo in grado di riaprire una carreggiata al transito». E, con ogni probabilità, si tratterà della carreggiata nord.
Qualche considerazione sui tempi, dunque, si può fare. Con il primo step previsto per il 23 giugno, la riapertura potrebbe avvenire tra il 3 e l’8 agosto. Ma Armani si sbilancia un po’ e spiega che «i lavori potrebbero essere conclusi anche prima di 40 giorni».
Tutto ruota intorno all’incontro di martedì prossimo. Mazzotta spera di potersi «pronunciare positivamente» e aggiunge: «Mi rendo conto delle ricadute metagiuridiche della decisione e dei suoi riflessi economici. Abbiamo fatto il massimo per accelerare il profilo della consulenza tecnica».
Si spera nella corrispondenza del progetto alle richieste della Procura. E nell’intervento del governo, sollecitato anche ieri dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Antonino De Gaetano. E tratteggiato, con toni piuttosto sfumati dal ministro Graziano Delrio: «Contiamo di chiudere i cantieri entro il 2016 (l’annuncio originale appartiene a Matteo Renzi, ndr) e valuteremo la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza, anche se è una cosa piuttosto anomala». In ogni caso, se ne riparlerà dopo la ripresa dei lavori. Che De Gaetano chiede il più celere possibile: «Le strutture ricettive hanno già avuto disdette per la stagione estiva, perché sull’A3 si basa buona parte del turismo calabrese». Armani, da parte sua, rimarca la necessità di «investire anche sulla viabilità secondaria». E le condizioni della Statale 19, quella su cui viene deviato il traffico in questa fase di emergenza, lo chiedono a gran voce. Come Daniele Rossi, presidente di Confindustria Catanzaro: «Stanno buttando le chiavi della Calabria in mare. Qui si tratta di capire se facciamo ancora parte dell’Italia oppure no. Ma è inutile parlare di danni per il turismo: il vero turismo da noi non c’è mai stato».
Radio1 raccoglie le voci della protesta e quelle dei cittadini e degli imprenditori (soprattutto gli autotrasportatori) che vivono sulla propria pelle il disastro della mancanza di collegamenti.
Parla anche il sindaco di Laino Castello, Giovanni Cosenza, finito nel mirino per la festa patronale che “chiuderà” per tre ore e mezzo, il traffico sull’autostrada: «A parte che non ho certo io il potere di chiudere l’A3, vi ricordo che noi siamo obbligati da 4 mesi a non uscire di casa perché il paese è attraversato dai mezzi pesanti. Festeggiare il santo patrono significa anche riappropriarci dei nostri spazi per qualche ora, cercate di capirci. E poi c’è sempre la viabilità alternativa». Già, quella non manca mai.
Pablo Petrasso
redazione@corrierecal.it
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