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«Gli uomini di mafia fuori dalla Chiesa»

LAMEZIA TERME «Questo incontro nasce grazie alla nota pastorale del 5 gennaio scorso. Le nostre 12 chiese locali si sono ritrovate insieme ed è stato pensiero comune che la mafia è il grande male e…

Pubblicato il: 22/06/2015 – 9:34
«Gli uomini di mafia fuori dalla Chiesa»

LAMEZIA TERME «Questo incontro nasce grazie alla nota pastorale del 5 gennaio scorso. Le nostre 12 chiese locali si sono ritrovate insieme ed è stato pensiero comune che la mafia è il grande male e che gli uomini di mafia col Vangelo non hanno nulla a che fare. Potranno avere immaginate votive, riuscire a inserirsi nelle processioni ma essi sono l’anti vangelo. Non è la Chiesa che li ha messi fuori ma sono loro che si sono messi fuori. Nessun riconoscimento: non appartenete a questa Chiesa». Questo il messaggio di monsignor Salvatore Nunnari al termine dell’incontro tra la Conferenza episcopale calabra e la commissione parlamentare Antimafia. Durante la conferenza sono stati ribaditi i concetti già contenuti nella nota pastorale sulla ‘ndrangheta redatta il 5 gennaio. Novità è la notizia che nei seminari calabresi verrà introdotta la materia Chiesa-Mafia, «affinché non vi siano sacerdoti impreparati sull’argomento», ha spiegato monsignor Nunnari. «Misericordia e Giustizia viaggiano insieme – ha continuato -, non siamo noi a giudicare gli uomini di mafia ma siamo disposti a incontrarli. E chiediamo che lo stato sia presente».

«Bisogna pensare ai giovani – ha detto monsignor Nunnari – la mafia si combatte con la certezza del domani. Quello di oggi è stato un momento molto bello per la società, per la Chiesa e per le istituzioni, un momento storico. Nel crocevia c’è l’uomo e questo è il motivo principale che ci ha visto oggi insieme». 

«Abbiamo voluto approfondire il contenuto della pastorale a cui sono seguite le parole del Papa che condannava la ‘ndrangheta – ha detto Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare Antimafia -. Per noi questa è stata un’occasione per capire meglio il fenomeno della ‘ndrangheta per poterla meglio combattere. Tra la Chiesa e lo Stato vi è un reciproco esercizio di responsabilità per restituire a questa terra il futuro che merita». Secondo Rosy Bindi lo scambio con la Cec è stato molto proficuo e l’esperienza verrà certamente ripetuta anche in altre regioni «perché come sappiamo la mafia è un fenomeno esteso ormai in tutta Italia. Alcuni vescovi hanno avanzato la proposta di inserire nella didattica scolastica una materia che spieghi ai ragazzi cosa è la ‘ndrangheta ed un emendamento in tal senso nella riforma della scuola potrebbe essere considerato». «La questione meridionale – ha concluso la Bindi – è una questione nazionale non risolta». 

 

L’ARRIVO DELLA COMMISSIONE

Prima dell’inizio dell’incontro, monsignor Nunnari ha ricordato i sacerdoti calabresi che operano nelle periferie più isolate e controllate dal potere della ‘ndrangheta. «È un incontro molto importante – ha affermato Nunnari -, sono tanti i ritardi da sanare». Nunnari ha fatto anche un breve cenno al potere della criminalità che riesce a inserirsi nelle processioni religiose.
C’è un collegamento ideale tra la visita di un anno fa del Papa in Calabria, con le dure parole sulla ‘ndrangheta e la scomunica lanciata dal Capo della Chiesa contro i mafiosi, e la missione di una delegazione della Commissione parlamentare antimafia che sta incontrando a Lamezie Terme i vescovi della regione. Lo ha detto, conversando con i giornalisti, la presidente della Commissione, Rosi Bindi. Nel pomeriggio, la delegazione dell’Antimafia che, in questo momento, si trova nei locali dell’Oasi Bartolomea, dove è in corso il vertice, si sposterà a Catanzaro dove incontrerà le istituzioni locali e il presidente della Regione.
«La distanza di un anno dalla visita del papa – ha detto Bindi – non vuole dare il significato di una celebrazione e di un anniversario molto importante, ma la presenza oggi di una delegazione della Commissione Antimafia che incontra la Conferenza episcopale calabrese è comunque legata a quelle parole, a quell’evento, ma anche alla lettera pastorale dei vescovi calabresi. Non è la prima volta – ha sottolineato la presidente della Commissione – che la Chiesa si pronuncia in maniera netta contro la ‘ndrangheta, la mafia e criminalità organizzata, è vero però che le parole di Papa Francesco sono state molto forti, molto chiare, molto nette. Noi siamo qui – ha proseguito – a confrontarci con l’Episcopato e la Chiesa calabrese che è in prima linea, in frontiera, in una regione tra le più difficili e anche tra le più belle del Paese. Nel rispetto delle reciproche funzioni e della distinzione delle competenze delle istituzioni politiche, del Parlamento e della Chiesa in omaggio al principio della laicità, però impegnati nella stessa battaglia perché – ha sottolineato Bindi – come ha affermato il Papa non c’è nessun rapporto fra Vangelo e mafia, così – ha detto ancora – per la Commissione Antimafia non c’è alcun rapporto tra ‘ndrangheta e Costituzione. Per noi – ha concluso – è un momento molto importante e siamo grati alla Conferenza episcopale e monsignor Munnari che hanno accolto il nostro invito a questo confronto per il bene della Calabria».

 

M5S: «SANITÀ CALABRESE A RISCHIO ‘NDRANGHETA»

La visita si colora subito di una sfumatura polemica. Ci pensano i deputati del Movimento 5 Stelle. «Grazie al presidente Rosy Bindi, il Partito democratico ha evitato l’audizione in commissione Antimafia dell’assessore regionale Antonino De Gaetano, fondamentale per tracciare il quadro politico sulla costruzione dei quattro nuovi ospedali calabresi, che presenta profondi e risaputi dubbi di legalità». E’ quanto affermano, in un comunicato, i componenti M5s della Commissione Antimafia, oggi in Calabria, guidati dal senatore Luigi Gaetti e dal deputato Riccardo Nuti. «Colonizzata da ‘ndrangheta e politica – prosegue il comunicato del Movimento 5 Stelle – la sanità calabrese è adesso sotto Piano di rientro. Nel complesso si spenderà circa mezzo miliardo di euro per i nuovi ospedali. L’assessore De Gaetano, su cui vi sono informative ignorate, ha molto da riferire e con una mossa furba è stato sottratto alle nostre domande. Avrebbe avuto un senso sentire De Gaetano, come noi avevamo chiesto, e a parte il governatore della Calabria, Mario Oliverio, che ha completamente ignorato le questioni scottanti già esposte dal Movimento 5 Stelle in merito ai nuovi ospedali da costruire. Al contrario, Oliverio si è affrettato a sottoscrivere protocolli legalitari, come se ciò bastasse, in una regione come la Calabria, a escludere interessi o partecipazione delle ‘ndrine rispetto a tali opere».

«Prendiamo atto – dicono ancora i parlamentari M5s della commissione Antimafia – della scelta della presidente Bindi, eletta proprio in Calabria, che nella fattispecie ha ridotto il lavoro della commissione Antimafia a un rito, vuoto e inutile. Questa vicenda impedisce di ricostruire pienamente in Commissione che cosa sia accaduto negli ultimi anni in Calabria con l’emergenza sanitaria e con l’accordo col Ministero della Salute per la realizzazione dei nuovi ospedali. Finanziati, lo ricordiamo, con soldi della Protezione civile». 

 

Alessia Truzzolillo

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