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Crack Bcc Cosenza, la versione del commissario

COSENZA La gestione della fase di commissariamento è stata al centro dell’udienza di oggi nel processo sul crac della Banca di credito cooperativo di Cosenza (Bcc). Il procedimento “Family bank” ce…

Pubblicato il: 05/01/2016 – 17:04
Crack Bcc Cosenza, la versione del commissario

COSENZA La gestione della fase di commissariamento è stata al centro dell’udienza di oggi nel processo sul crac della Banca di credito cooperativo di Cosenza (Bcc). Il procedimento “Family bank” cerca di fare luce su diversi milioni di euro sottratti alla Bcc di Cosenza. Sul banco degli imputati ci sono Giacinto Ettore Caroselli, 62 anni di Spezzano Albanese; Rosario Mercuri, 60 anni di Lamezia; Giancarlo Tosto, 59 anni di Rogliano; Eugenio Gallo, 47 anni di Dipignano; Carlo Canè, 43 anni di Carolei; Maria Dolores Pio, 62 anni di Spezzano Albanese; il cubano Zayas Torralba e Barbara Caroselli, 35 anni. Tutti accusati di associazione finalizzata all’appropriazione indebita. Nell’aula 9 del foro bruzio è salito sul banco dei testimoni il commissario Tirdi che all’epoca del commissariamento si occupò della gestione della banca fino alla fase della liquidazione che venne affidata, poi, a Ugo Patroni Griffi. In quel periodo – ha detto Tirdi rispondendo alle domande del pm Giuseppe Cozzolino – vennero confermati gli incarichi dell’allora direttore dell’istituto e di altri dirigenti (attualmente imputati) perché – ha spiegato – non risultarono incompatibilità con le loro funzioni. Il testimone ha comunque confermato la presenza di illeciti come già evidenziato nel corso delle indagini preliminari. Dopo il controesame delle difese (nel collegio difensivo tra gli altri anche i legali Maurizio Nucci, Pierluigi Pugliese e Vincenzo Belvedere), è stato sentito anche Roberto Sacco, ex dipendente della Bcc licenziato per alcune irregolarità. Sacco, attualmente consigliere comunale di Cosenza, all’epoca dei fatti contestati (che vanno dal 2007 al 2010) presentò una denuncia su presunte irregolarità nei conti. Vicenda che venne chiarita. 
Gli episodi contestati vanno dal 2007 al 2010. Secondo l’accusa, gli imputati si sarebbero appropriati di diversi milioni di euro, causando il fallimento della Banca di credito cooperativo. Tanti soldi che, stando all’impianto accusatorio, sarebbero stati sottratti ai risparmiatori e all’istituto bancario. Il processo è stato aggiornato al prossimo 1 marzo. 

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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