PAOLA «Non vogliamo riscuotere un successo mediatico per un fatto tragico che riguarda una donna stimata, una professionista, drammaticamente uccisa». Il procuratore capo di Paola Bruno Giordano ci tiene, comunque, a sottolineare la brutalità del delitto di Anna Giordanelli, la dottoressa di Cetraro assassinata nel primo pomeriggio di mercoledì a pochi passi dalla sua abitazione mentre faceva jogging. In meno di 48 ore gli inquirenti sono riusciti a risolvere il caso individuando il responsabile nell’ex cognato della vittima Paolo Di Profio, 46 anni, infermiere all’ospedale del centro del Tirreno cosentino. «L’attuale indagato – ha spiegato Giordano – in un primo momento ha confessato rilasciando dichiarazioni spontanee in cui ha elencato una serie di dettagli e particolari. Ci sono tanti elementi a supporto: le immagini video che vedono la macchina dell’infermiere nel luogo del delitto, fermarsi e poi andare via. Abbiamo trovato in una scarpata l’arma del delitto, una spranga di ferro comunemente chiamata piede di porco, sulla quale ci sono macchie di sangue».
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Gli inquirenti hanno sentito anche familiari della donna e altri testimoni: «È stata l’ex moglie dell’indagato a riferire agli inquirenti che quella spranga era di loro proprietà ed era conservata nel garage. C’è stato anche un testimone che ha dichiarato di aver visto l’uomo seguire con la sua Panda verde la dottoressa mentre faceva jogging. Infatti, la telecamera riprende quella vettura e poi dopo la vede allontanarsi. L’omicidio è avvenuto attorno alle 15,30 alla presenza di diverse persone. Per fortuna, un testimone ha collaborato con i carabinieri fornendo delle informazioni utili. Abbiamo anche trovato macchie di sangue nella casa dell’uomo: i vestiti li aveva lavati ed erano stesi». Giordano ringrazia i suoi sostituti, «due donne, Sonia Nuzzo e Maria Camodeca, che assieme ai carabinieri hanno fatto un lavoro eccezionale. L’indagato, nelle prime ore, sentito dagli inquirenti ha detto di averla solo vista e ha negato qualsiasi contatto. Nella giornata di giovedì Paolo Di Profio davanti ai magistrati e ai carabinieri ha rilasciato dichiarazioni spontanee, nel corso delle quali ha fornito particolari precisi e dettagliati. Poi, in presenza del suo avvocato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma il quadro indiziario è talmente completo da poter affermare di essere di fronte a un caso la cui soluzione è blindata. Nei confronti dell’uomo è stato emesso un decreto di fermo ed ora è ristretto nel carcere di Paola». Giordano ha descritto il profilo del presunto assassino: «Si tratta di una personalità borderline: aveva precedenti penali, faceva uso e abuso di alcol, e sembrerebbe anche di sostanze stupefacenti. Ha un disturbo bipolare e questo spiegherebbe l’aggressione brutale, avvenuta a mani nude, e compiuta in pieno giorno». Il procuratore ha precisato che al momento non ci sono altri indagati ma «c’è tutto un contesto, anche di rapporti familiari, che va approfondito». Stretto riserbo sulle indagini in corso, ma già nella giornata di giovedì è stato sentito più volte il padre dell’infermiere.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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