LOCRI È quasi scontato che funzioni così, nel Paese in cui inchieste e avvisi di garanzia sono diventate medaglie da esibire. Non c’è motivo perché le cose non vadano così nella sanità calabrese e più precisamente nella Locride. Qui, nonostante un’indagine della Procura della Repubblica, nulla cambia nell’affidamento dei servizi. Continuano le liquidazioni, continuano le proroghe. Insomma, va tutto bene come se la macchina amministrativa non presentasse intoppi o anomalie.
L’INCHIESTA Nel mirino della Procura di Locri è finito il rinnovo, fino al 31 dicembre 2014, del contratto all’Associazione temporanea d’imprese costituita dalle ditte Gerico srl, Licra e Serranò Giovanni. La delibera sotto la lente d’ingrandimento è la numero 828 del 2014, è stata firmata dal vecchio management dell’Asp di Reggio Calabria e riguarda «l’adeguamento dei locali cucina del presidio ospedaliero di Locri e l’affidamento del servizio di ristorazione per i pazienti ricoverati nei presidi ospedalieri di Locri e Siderno e nella struttura ex Aias di Stignano». Un atto con il quale il contratto relativo al servizio di ristorazione veniva rinnovato «illegittimamente», «con evidente vantaggio patrimoniale in particolare della società Gerico rappresentata dal signor Domenico Albanese, che manteneva la titolarità del servizio a dispetto della scadenza del rapporto già maturata da lungo tempo e senza passare attraverso la procedura di una nuova gara a evidenza pubblica». Una proroga fuori legge, secondo la Procura di Locri, che ha inviato un avviso a comparire alle persone finite sotto inchiesta, che sono sette.
I NUOVI PAGAMENTI Per spiegare che nulla cambia è sufficiente ripescare un atto dirigenziale che risale al 20 gennaio scorso: è quello con cui Nicola Calabrò, direttore dell’ufficio Beni e servizi e, a interim, della ufficio Attività tecnico patrimoniali, dopo l’istruttoria compiuta dal responsabile del procedimento Antonio Barreca, ha liquidato 498mila euro per il servizio di ristorazione dell’ospedale di Locri e dell’ex Aias di Stignano all’Ati Gerico-Licra-Serranò per il periodo che va dal 1 gennaio al 30 settembre 2015. Dunque, un periodo che va ben al di là di quello indagato dalla Procura di Locri. Un’ulteriore proroga e una storia che si ripete.
PROROGA SU PROROGA Gli atti sembrano confermare che il contratto originario, che era quadriennale e scadeva nel dicembre 2013, è stato prorogato, di fatto, anche per il 2015. E questo nonostante l’inchiesta della Procura. È bastato utilizzare una formuletta classica: «Per l’urgenza di garantire la continuità del servizio». A nulla sarebbero valsi i ripetuti tentativi del collegio sindacale di fermare la pratica. Nel parere c’è anche il riferimento a una chiarissima sentenza del Consiglio di Stato e un appello altrettanto chiaro: «L’ufficio di direzione deve procedere con effetto immediato all’adozione degli atti necessari per l’espletamento della regolare procedura di affidamento dei servizi per come previsto dalla normativa vigente in materia di acquisizione di beni e servizi e, nel contempo, procedere alla sospensione dei servizi, in atto, affidati in maniera illegittima». Il messaggio, però, non ha sortito l’effetto desiderato.
DELIBERE INTRECCIATE Non è tutto. L’impegno di spesa di 498mila euro è stato sottoscritto da Angela Minniti, dirigente degli Affari generali e, a interim, dell’ufficio economico-finanziario. Per lo stanziamento, l’ospedale di Locri attinge a un’altra delibera dell’Asp di Reggio. Delibera che risale al 2001 ed è firmata da Rosanna Squillacioti, ex direttore generale. Quell’atto prorogava il contratto con la ditta Serranò per la ristorazione negli ospedali di Melito Porto Salvo e Scilla. Una proroga a cui ispirarsi, nonostante l’Autorità nazionale anticorruzione consigli vivamente di preferire le gare d’appalto. Di nuovo, tra l’altro, ci sarebbe l’intervenuto fallimento della ditta Serranò. Un quadretto rassicurante, ma manca ancora una pennellata.
LA DIRIGENTE INDAGATA Riguarda la dirigente Angela Minniti, finita nei guai, qualche tempo fa, per fatti commessi durante l’attività di servizio. Una citazione diretta a giudizio firmata dal pm di Locri Ezio Arcadi, nella quale si contestava proprio la permanenza della manager al timone della struttura complessa Affari generali. La stessa dirigente, comunque, è stata confermata da una delibera dei commissari che gestiscono l’Asp di Reggio. Atto pesantemente censurato dal sindacato con un esposto alla magistratura.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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