Ultimo aggiornamento alle 7:12
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 6 minuti
Cambia colore:
 

Il pentito che "giocava" a Las Vegas

LAMEZIA TERME «Per come mi chiedete attualmente Lamezia Terme è una piazza “libera” a seguito delle varie operazioni di polizia che si sono succedute negli ultimi anni ma comunque sono a conoscenza…

Pubblicato il: 08/02/2016 – 21:20
Il pentito che "giocava" a Las Vegas

LAMEZIA TERME «Per come mi chiedete attualmente Lamezia Terme è una piazza “libera” a seguito delle varie operazioni di polizia che si sono succedute negli ultimi anni ma comunque sono a conoscenza che vi sono soggetti che non sono stati arrestati o che comunque sono liberi i quali stanno cercando di ricostituire nuove strutture criminali sulle macerie di quelle esistite». Sembrano quasi profetiche le parole di Gennaro Pulice, proferite nel corso dell’interrogatorio del 23 giugno scorso. Profetiche rispetto agli atti intimidatori che dal 24 gennaio si stanno ripetutamente registrando a danno di commercianti e imprenditori di Lamezia Terme. La piazza dovrebbe essere “libera”, in effetti, con le cosche decapitate da indagini come “Medusa”, “Chimera”, “Perseo” e l’ultima “Andromeda” che ha colpito la consorteria Iannazzo-Cannizzaro-Daponte. Ma non è facile che un territorio da sempre sotto scacco possa trovare tranquillità troppo facilmente. Lo preannuncia il collaboratore, nel corso dello stesso interrogatorio: «Mi risulta che Pasquale Gullo e Vincenzo Torcasio “Giappone ” si stanno già muovendo in questa direzione e so che hanno effettuato un atto intimidatorio circa un anno fa nei confronti dell’imprenditore […] di Capizzaglie che gestisce gli auto spurghi e che è considerato un soggetto facile alla denuncia; gli stessi nipoti di Nino Cerra e di Paradiso sono certamente destinati a diventare in futuro i referenti criminali visto che in questi ultimi anni hanno acquisito il curriculum necessario; sono in grado di riferire anche sulle estorsioni attualmente gestite dalla famiglia Torcasio e sui killer di cui dispone attualmente tale famiglia».

VITA CRIMINALE DI PULICE Pulice manifesta di conoscere bene le dinamiche interne alla criminalità. «Ho sempre vissuto in un contesto criminale – dice – in quanto mio padre che era un imprenditore nel campo della commercializzazione del ferro fu ucciso il 24 maggio del 1982 a Lamezia Terme all’età di 27 anni allorquando io avevo solo tre anni e mezzo; egli fu ucciso, per come ha chiarito anche il collaboratore di giustizia Scriva, in quanto accidentalmente aveva provocato la morte di un componente della cosca Bellocco, nell’ambito di un sinistro stradale; fu quindi dapprima fatto oggetto di un attentato da parte della cosca Pagliuso che non raggiunse il suo scopo e successivamente fu eliminato dopo l’incarico dell’uccisione che fu assunto da Francesco Giampà “il professore” sempre su richiesta della cosca Bellocco». Pulice stringe subito legami con la famiglia Cannizzaro. Commette il suo primo reato ancora minorenne e viene arrestato per detenzione di due caricatori per pistola calibro 9×21. La sua ascesa nell’organizzazione è graduale ma costante. «Sono stato battezzato nell’ambito della ‘ndrangheta calabrese e l’ultima dote ricevuta nel 2002/03 è quella della “santa” che mi è stata conferita da Peppe Daponte», spiega agli inquirenti.

Gennaro-Pulice
(Il pentito Gennaro Pulice)

QUEI LAVORI A LAS VEGAS, IL LEGAME COI MANCUSO E I LAVORI SULLA A3 Tante cose afferma di poter raccontare Gennaro Pulice: «Sono in grado di riferire su fatti e circostanze illecite da me personalmente vissute nell’ambito della ‘ndrangheta lametina e calabrese dal 1993/94 sino al 2013. Tali attività illecite non si sono svolte solo nel territorio lametino ma anche nei luoghi prima indicati in cui ho esercitato la mia attività lavorativa nonché a Las Vegas (Usa); la mia attività criminale si è via via evoluta dalla mera manovalanza dei primi anni sino a attività di riciclaggio per conto di altri soggetti della criminalità organizzata e non solo, attività operata prevalentemente in Svizzera così come ho una società in Slovenia; tali società sono strumentali alla realizzazione delle movimentazione dei capitali estero su estero; inoltre tali società sono spesso strumentali anche alla realizzazione di vere e proprie truffe ai danni degli istituti di credito su cui posso riferire fornendo tutta la documentazione necessaria». Ma non riferisce solo di sé e delle sue attività ma anche di quelle della maggior parte dei soggetti coinvolti in Andromeda, «in particolare su quelli che hanno vissuto con me rapporti di comparaggio e vicende illecite negli ultimi 20 anni». Per esempio «un ottimo rapporto esisteva ed esiste tra la cosca Mancuso e la famiglia Iannazzo in particolare soprattutto per ciò che concerne i lavori sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria; in particolare in passato era Ciccio Iannazzo, quello ucciso, a curare tale tipo di collegamento, mentre nella fase attuale è Tonino Davoli, che è comunque il riferimento principale della famiglia Iannazzo, soprattutto negli ultimi anni; voglio aggiungere che in alcuni casi può ben capitare che tali rapporti non afferiscono a una vera e propria suddivisione di zona affidate all’uno o all’altro soggetto della cosca ma molto spesso tali scelte sono dettate dalle contigenze del momento, ad esempio può capitare ed è capitato che Vincenzino Iannazzo avesse rapporti con la cosca Mancuso per determinate estorsioni o altri fatti illeciti senza che gli altri della cosca lo sapessero; in effetti la realtà di una cosca di ‘ndrangheta è molto diversa di quella che viene rappresentata nelle semplificazioni cinematografiche o letterarie in quanto in realtà l’unica cosa che conta quando sei inserito in una cosca di ‘ndrangheta è guardarsi dai nemici e negli ultimi periodi molto spesso anche da quelli che dovrebbero essere tuoi amici».

PULICE SI METTE IN PROPRIO Due furono i tentativi – falliti – di uccidere “Enzino” Torcasio. Lo riferisce il collaboratore di giustizia, Pietro Paolo Stranges, che precisa che, «in seguito a tale ultimo omicidio, a Gennaro Pulice veniva conferita una dote di ‘ndrangheta che gli consentiva di formare un proprio “gruppo di matrice ‘ndranghetistico». È quello che l’attuale collaboratore intende fare e comunica agli appartenenti al gruppo di fuoco della cosca, tra cui Stranges, la sua intenzione di staccarsi dal gruppo Cannizzaro, chiedendo agli stessi l’adesione al suo nuovo gruppo nel quale c’era anche Bruno Gagliardi. Qualche mese dopo essersi messo in proprio Pulice viene arrestato per un’estorsione compiuta ai danni dell’imprenditore Francesco Grandinetti. Ma – assicura Stranges – dopo l’uscita dal carcere, pur essendosi trasferito definitivamente a Catanzaro, perché i rapporti coi Cannizzaro si era un po’ deteriorati, faceva la spola con Sambiase per mantenere i rapporti con i Iannazzo. Non solo, Stranges afferma anche: «Sono anche a conoscenza del fatto che dopo questa volontà di creazione di un gruppo autonomo da parte di Gennaro Pulice e Bruno Gagliardi, gli stessi si recarono da Vincenzo Bonaddio, all’epoca reggente della famiglia Giampà, rappresentandogli che avevano costituito questo nuovo gruppo pretendendo più spazio a Lamezia per estorsioni e attività illecite». Autonomi, insomma, ma con ottimi rapporti, come conferma Egidio Umberto Muraca: «Per quanto è a mia conoscenza, prima che venissi arrestato, questo gruppo era ancora attivo e gestiva sia estorsioni che traffico di armi e droga, nonché non si tiravano indietro, se bisognava fare qualche omicidio». Eppure dopo l’arresto Pulice ha deciso di collaborare. Vuole mettere al sicuro la propria famiglia, voleva farlo già dal 2008, quando era detenuto a Catania ma questa sua richiesta non venne accolta. Qualcosa forse non filava così liscio. Forse è vero che «l’unica cosa che conta quando sei inserito in una cosca di ‘ndrangheta è guardarsi dai nemici e negli ultimi periodi molto spesso anche da quelli che dovrebbero essere tuoi amici».

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x