CETRARO Il prossimo 23 febbraio il Tribunale del Riesame di Catanzaro valuterà la posizione di Paolo Di Profio, l’infermiere 46enne accusato di aver ammazzato l’ex cognata, Annalisa Giordanelli. La dottoressa di Cetraro è stata aggredita con una spranga di ferro mentre faceva jogging a pochi metri da casa nel centro storico della cittadina che si affaccia sul Tirreno cosentino. I legali dell’uomo, Sabrina Mannarino e Michele Rizzo, hanno fatto ricorso contro la misura cautelare in carcere. Per la Procura – le indagini sono coordinate dal procuratore capo di Paola Bruno Giordano e dai sostituti Sonia Nuzzo e Maria Camodeca – il quadro indiziario è talmente chiaro da far ritenere il «caso blindato».
Secondo l’accusa, Di Profio avrebbe raggiunto la donna in via San Francesco – sullo stradone in cui stava facendo jogging – e l’avrebbe aggredita con una spranga di ferro, comunemente chiamata “piede di porco”. L’arma del delitto è stata trovata dai carabinieri in una scarpata lì vicino sporca di sangue ed è stata l’ex moglie di Di Profio, nonché sorella della vittima, ad ammettere che quell’oggetto era in loro disponibilità conservato nel garage di casa. Nell’immediatezza dei fatti, l’uomo ha prima negato di avere avuto contatti con la donna. A ventiquattro ore dall’omicidio, l’infermiere sentito davanti ai magistrati ha confessato di averla aggredita e uccisa. Ma, poi, in presenza del suo avvocato si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Intanto, proseguono anche le indagini dei carabinieri di Paola, guidati dal capitano Antonio Villano, per cercare di fare chiarezza sull’incendio che, nei giorni scorsi, ha distrutto l’automobile in uso a Serena Giordanelli, sorella della vittima ed ex moglie di Di Profio. Anche per cercare di capire se ci sia qualche legame tra il gesto e l’assassinio della dottoressa.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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