CATANZARO Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, ha disposto un’ispezione che faccia luce rispetto alle «presunte criticità relative ai procedimenti amministrativi afferenti» segnalati dal nuovo responsabile della Protezione civile calabrese, Carlo Tansi, con riferimento «alla O.P.C.M. n. 3531/2006 Alluvione Vibo Valentia del 3 luglio 2006».
Nel farlo Curcio si fa carico anche di ribadire a Tansi che, in ogni caso, il referente per tali attività era e resta Mario Oliverio nella qualità di presidente della Regione Calabria: «Al riguardo, si ricorda – scrive infatti Curcio – che con detto provvedimento e con successiva o.c.d.p.c. del 2 maggio 2013, n. 80, erano state attribuite al presidente della Regione Calabria, che legge per conoscenza, rispettivamente, le funzioni di commissario delegato, nonché di responsabile, in regime ordinario, delle iniziative finaliizzate al completamento degli interventi diretti al superamento del contesto di criticità indicato in oggetto».
Tradotto dal burocratese, significa che il responsabile nazionale della Protezione civile manderà i suoi ispettori per verificare quanto esposto da Carlo Tansi con la nota inviatagli, ma nel contempo ribadisce che a dover vigilare sulle presunte illegittimità riscontrate e denunciate doveva essere il presidente della Regione, nella sua qualità di commissario delegato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Gongola il consigliere regionale ed ex assessore Mimmo Tallini, in fondo oggi Curcio scrive esattamente quanto da lui sostenuto nelle polemiche di questi giorni: se la gestione dell’emergenza è stata viziata da illegittimità, la “culpa in vigilando” va divisa equamente tra Scopelliti, commissario delegato per 14 mesi, e Oliverio, che per analogo periodo ha coperto analogo ruolo.
Ciò detto, toccherà agli ispettori della Protezione civile nazionale concludere le verifiche già avviate dal nuovo responsabile della Protezione civile calabrese che ha provveduto anche a denunciare alla magistratura gli esiti di una ricognizione da lui condotta e dalla quale «è emersa in modo preoccupante una situazione, di vecchia data e consolidata nel tempo, di grave disordine amministrativo e l’assenza di una reale programmazione nella pianificazione degli assetti organizzattvi e delle attività». Nonchè gli esiti dei «successivi approfondimenti, con particolare riferimento alla ordinanza di Protezione civile n. 3531/2006 (alluvione Vibo Valentia del 3 luglio 2006), e della relativa gestione della contabilità speciale n. 3131, che hanno fatto emergere situazioni che si ritengono viziate da evidenti profili di illegittimità».
Red.Cal.
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