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Salvini: «La disoccupazione in Calabria? Colpa di una classe politica marcia»

LAMEZIA TERME Salvini non molla e torna di nuovo in Calabria. Ad attenderlo nessuna protesta, ma un centinaio di persone, tra semplici curiosi e sostenitori. Il nuovo tour a sostegno dei candidati …

Pubblicato il: 24/05/2016 – 11:47
Salvini: «La disoccupazione in Calabria? Colpa di una classe politica marcia»

LAMEZIA TERME Salvini non molla e torna di nuovo in Calabria. Ad attenderlo nessuna protesta, ma un centinaio di persone, tra semplici curiosi e sostenitori. Il nuovo tour a sostegno dei candidati alle prossime amministrative è partito da Lamezia Terme. Qui, infatti, era tanta l’attesa per l’inaugurazione della nuova sede del coordinamento regionale.
«Noi siamo con Matteo, quello giusto, perché siamo consapevoli che qui da Lamezia può passare il vero progetto di cambiamento». Così il coordinatore regionale di “Noi con Salvini”, Domenico Furgiuele, ha dato il benvenuto al leader leghista, aprendo la conferenza stampa di presentazione. «Si è posto come un baluardo nella difesa del nostro olio contro quello tunisino – ha continuato il coordinatore –. Solo lui può rappresentare la vera svolta per la nostra regione».
Salvini, lapidario nel suo intervento, ha toccato temi cruciali. «Il 65% della disoccupazione calabrese è frutto di un sistema di potere marcio – ha affermato –. Bisogna tenere i ragazzi in questa terra perché lavorino qui e soprattutto la gente deve continuare a curarsi qui in Calabria. Anche voi come tutti gli italiani pagate le tasse e avete diritto a ospedali decenti».
«Questa regione deve essere un’attrazione per i turisti che vengono qui e che pagano – ha continuato il leader del Carroccio – e non attirare migliaia di clandestini che scappano da finte guerre e che vivono sulle nostre spalle».
Invocato da chi era rimasto ad attenderlo fuori, Salvini ha concesso un veloce saluto affacciandosi dal balcone: «Noi siamo contro l’Europa e contro il governo che non ha cambiato la legge Fornero. Io non mollo».
Dopo Lamezia, Salvini si recherà prima a Crotone, per il sostegno al candidato Ottavio Tesoriere. Nel tardo pomeriggio sarà la volta di Cassano allo Ionio, unico comune calabrese in cui ci sarà un rappresentante diretto di NcS, Alessandro Rusciani, e infine di Rossano, dove la Lega sostiene Giuseppe Antoniotti.

A PLATÌ «La prossima volta che verrò in Calabria – ha aggiunto Salvini – mi piacerebbe andare a Platì perché non è possibile che ci sia un Comune dove non ci si può neanche candidare e si passi da commissario a commissario. La prossima volta vorrei metterci la faccia perché la ‘ndrangheta mi fa schifo e penso che la maggior parte dei calabresi la possa sconfiggere. Noi chiediamo a tutti i nostri candidati la fedina penale, il casellario giudiziario, i carichi pendenti, il certificato antimafia e tutto quello che possiamo chiedere». Il leader della Laga ha fatto riferimento alla situazione del piccolo comune della Locride dove a giungo si torna al voto dopo anni di commissariamento a seguito dello scioglimento del consiglio comunale per presunte infiltrazioni della criminalità organizzata. Commissariamento proseguito perché in una occasione non è stato raggiunto il quorum e in un’altra non erano state presentate liste. Il premier Matteo Renzi aveva candidato Anna Rita Leonardi che però si è ritirata alla vigilia della presentazione delle liste perché «non c’erano più le condizioni politiche e di agibilità». 

«NAPOLITANO DA RICOVERO» È a Cassano allo Ionio – altra tappa del suo tour calabrese –, che Salvini ha dato il meglio (o il peggio, a seconda dei casi) in quanto a esternazioni. «Napolitano dovrebbe essere ricoverato, non sa più quello che dice. Straparla e mi spiace che prenda uno stipendio dello Stato Italiano». Così il leader della Lega, parlando con i giornalisti, ha commentato le parole dell’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano che ha definito il movimento guidato da Salvini «la principale espressione di posizioni xenofobe, nazionalistiche e ora anti europeiste». E bordate sono arrivate anche per il premier Matteo Renzi e la ministra alle Riforme Maria Elena Boschi: «L’unico che è attaccato alla poltrona è Renzi con la sua amichetta Boschi. Devono prepararsi a far le valigie perché a ottobre vanno a casa loro. Gli insulti di Renzi proprio non mi toccano, non mi sfiorano». Anche questa è una replica a un’affermazione, questa volta di Renzi, secondo il quale i parlamentari della Lega hanno paura del referendum perché «sono terrorizzati di perdere la poltrona».
Mentre il leader della Lega stava parlando dal palco allestito in piazza Bernardino a Rossano, invece, un ragazzo prima ha cercato di farsi largo tra la gente e poi ha cercato di salire sul palco venendo però bloccato dalle persone che erano presenti. Il ragazzo è stato poi preso in consegna dalle forze dell’ordine che lo hanno portato via e sottoposto a fermo.

Adelia Pantano
redazione@corrierecal.it

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