COSENZA Nel day after della diffusione dell’informativa sulla situazione debitoria dell’ex sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, il commissario prefettizio da qualche mese al timone di Palazzo dei Bruzi invita alla prudenza. Spiega, infatti, il prefetto Angelo Carbone: «La nota oggetto della diffusione non autorizzata dava risposta ad elementi istruttori relativi ad una interpellanza parlamentare e riguardava fatti e situazioni ancora in via di accertamento e non può considerarsi, pertanto, la formale risposta all’atto parlamentare».
Fin qui l’ufficialità. Adesso ci si interroga sulle reali motivazioni di questa uscita pubblica del commissario. Si tratta di una presa di posizione imposta dal ruolo che ricopre quella del prefetto Carbone? O è un correggere il tiro rispetto alle interpretazioni di parte circolate dopo la diffusione dell’informativa inviata dal commissario alla prefettura di Cosenza?
Di certo c’è che il ministero dell’Interno non ha ancora ricevuto una formale risposta da parte della prefettura di Cosenza. Ciò, dunque, consente ai parlamentari di Pd e Ala di coltivare ancora speranze su un esito positivo rispetto all’interpellanza urgente presentata nei giorni scorsi a Montecitorio e avente ad oggetto la presunta incompatibilità di Occhiuto con l’incarico di sindaco. La risposta attesa dal ministro Alfano, in ogni caso, non arriverà nella giornata di domani. Nell’elenco delle interpellanze urgenti che verranno discusse alla Camera, infatti, non dovrebbe essere ricompresa quella relativa al “caso Cosenza”.
MAGORNO: I COSENTINI DEVONO SAPERE «Il chiarimento del prefetto Carbone sulla questione dei debiti dell’ex sindaco – commenta il segretario regionale del Pd Ernesto Magorno – è la dimostrazione che è stata veicolata in maniera distorta una informazione per creare confusione e impedire ai cittadini di conoscere la realtà dei fatti. Comunque un dato rimane certo: sono molteplici le procedure che hanno intentato più creditori, rivolgendosi al Comune come “soggetto terzo pignorato”. È confermato anche che il Tribunale di Cosenza nell’ottobre del 2015 ha ordinato al Comune di saldare debiti privati di Mario Occhiuto. Il commissario straordinario, inoltre, ritiene che organismi extragiudiziali preposti al controllo sugli enti locali, si debbano pronunciare sui comportamenti omissivi della burocrazia comunale».
«Anche i più sprovveduti sanno bene – continua Magorno – che se il Comune non assolvesse i compiti previsti dal Codice di procedura civile e si fa giudicare in contumacia è destinato a essere non più terzo pignorato ma il debitore che deve saldare con proprie risorse finanziarie quanto dovuto. Può anche non esserci in atto, alla data odierna, la formale apertura di un contenzioso tra il Comune chiamato a rivalersi e il “debitore esecutato”, ma è fin troppo evidente che, se i debiti personali non vengono pagati si genera un contenzioso che necessariamente avrà lo sbocco della formalizzazione di una condizione di incompatibilità. Se Mario Occhiuto dovesse essere eletto sindaco, pertanto, deve comunque saldare una gravosa mole di debiti (circa 2 milioni di euro) per evitare il coinvolgimento del Comune e prevenire o rimuovere una condizione di incompatibilità con la carica di sindaco. È giusto che sia detto ai cosentini, allora, come e quando saranno saldati i debiti privati che incombono sul Comune a partire da quello più esoso di €1.777.609,09».
an. ri.
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