Nel 2011 è finito al centro di un’operazione contro la criminalità organizzata come «una centrale del riciclaggio». Ora quell’albergo, confiscato e dato in gestione controllata, è diventato, al contrario, un simbolo della valorizzazione del territorio, ha superato la diffidenza della gente locale ed è rinato, promuovendo il turismo e tornando all’antico splendore per i turisti che visitano la Calabria. È questa la particolarissima storia del Parco dei Principi, un hotel a 3 km da Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria ma sul versante di Levante. Sessanta camere lussuose, piscina, parco lussureggiante: tutto confiscato nell’ambito dell’operazione “Cinque Stelle” del febbraio 2011, che ha coinvolto una società a cui faceva capo facendolo finire in disgrazia. Ma a rimetterlo in corsa ci ha pensato un milanese, un “sciur Brambilla” già direttore di famose catene alberghiere che invece della pensione ha accettato la difficile sfida propostagli dal tribunale di Reggio Calabria. Oggi l’hotel è al centro di numerose iniziative, ed è un punto di partenza per la riscoperta delle bellezze della regione, dalle spiagge bianche all’interno selvaggio, alla rivalutazione di cultura e tradizioni locali alla gastronomia tipica. Dal punto di vista artistico nei dintorni mete interessanti sono sicuramente il borgo antico di Riace, il cui sindaco Domenico Lucano ha vinto il Premio “World Mayor” per il progetto internazionale che ha inserito 150 immigrati; la villa del Naniglio a Gioiosa Ionica, del I Sec. a.C. E poi Locri, con il grande parco archeologico, il teatro greco-romano; e Monasterace, con il parco archeologico di Kaulion, l’ex colonia della Magna-Grecia.
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