COSENZA Finisce l’incubo giudiziario per Padre Fedele Bisceglia che non ha atteso il verdetto nelle aule di giustizia ma nella sua Cosenza. A pregare in una chiesa da questa mattina. Poco prima delle 18 di giovedì 9 giugno la Corte di Cassazione mette la parola fine alla lunga e travagliata vicenda giudiziaria e processuale che ha travolto l’ex frate ultrà accusato di violenza sessuale ai danni di una suora che prestava servizio nell’Oasi francescana, la struttura d’accoglienza fondata da Padre Fedele. La Cassazione ha rigettato totalmente il ricorso presentato dalla Procura generale di Catanzaro che il 22 giugno del 2015 aveva assolto Padre Fedele e condannato, invece, per un solo capo di imputazione il suo ex segretario Antonio Gaudio che dovrà scontare tre anni e quattro mesi di reclusione.
Il primo a sentire il religioso, dopo l’esito della Suprema Corte, è stato il suo legale, l’avvocato Eugenio Bisceglia che lo ha difeso in tutti i gradi di giustizia assieme all’avvocato Franz Caruso. E che afferma con grande soddisfazione: «Padre Fedele è innocente. Vittoria dedicata a Enzo Tortora».
Padre Fedele e Gaudio vennero condannati in primo grado rispettivamente a nove anni e tre mesi e sei anni e tre mesi di relcusione. Sentenza confermata in appello a dicembre del 2012. In seguito al ricorso dei legali in Cassazione, nell’agosto 2014 la sentenza venne annullata e il processo rinviato a una nuova Corte d’appello. Che il 22 giugno di un anno fa ha assolto padre Fedele da tutti i capi di imputazione, condannando Gaudio solo per un capo di imputazione. Giovedì mattina il procuratore generale della Cassazione aveva chiesto il rigetto del ricorso presentato contro l’assoluzione di Padre Fedele. Giovedì pomeriggio la Suprema Corte ha messo la parola fine a una delle più complesse vicende giudiziarie, che ha travolto il frate ultrà fondatore della struttura d’accoglienza “Oasi francescana”.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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